Con più tasse, infrante le promesse 2020
Governare è esercizio assai difficoltoso. Amministrare un comune dalla densità di Cinisello Balsamo lo è ancora di più. Ci sono regole da seguire.
È ancor più defatigante in un contesto basato sulla democrazia rappresentativa, anziché attraverso un click da fotocamera. Crediamo sia un assunto su cui tutti dovremmo essere consenzienti, sennonché la questione diventa quanto mai oleosa quando si parla d’imposte. Orbene, se stessimo sulla lunghezza d’onda degli elettori del sindaco Ghilardi proveremmo un certo disagio dopo il recente annuncio d’aumento di alcune importanti tariffe. Sul territorio e nell’ambito scolastico.
Le promesse elettorali avevano un altro orizzonte. Si sarebbe posto fine ad ogni possibile e ulteriore “vessazione” burocratica e amministrativa.
Ciò enunciato proveniva da una stagione di forti attacchi ed invettive al Centrosinistra, propagandante dalla destra, per “servitù” tariffarie considerate eccessive se non addirittura inique.
Oggigiorno ci troviamo con gli aumenti d’imposta che incombono. Ma è ciò che distingue l’imposta dalla tassa a rendere maggiore la perplessità. L’imposta serve a finanziare o ampliare servizi pubblici. Tra i quali, audacemente, ci verrebbe da chiedere qualche risorsa in più per il movimento culturale cittadino. E però che, nel caso cinesellese, l’imposta stessa viene giustificata come mezzo per colmare difficoltà di bilancio. Evidente: ci si trova fuori dallo spirito e dalla lettera se si obbliga i cittadini al pagamento di quote, senza corrispettiva rispondenza nell’elevazione qualitativa e quantitativa dei servizi. In parole più povere ci dovrebbero essere imposte solo per più alti servizi.
Pavoneggiarsi davanti all’obiettivo non colma il divario tra l’esteriorità e la saggia gestione della cosa pubblica. Ancor di più evidenzia quanto vi sia d’azzardato credere che il cambiamento possa avvenire da chi è assertore di valori basati sulla discriminazione politica, sociale, culturale e s’affida a un malcelato concetto di legalità con l’effetto di tagli e chiusure