22 Novembre 2024

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

Pre e post-scuola ancora sospesi e mangiare in mensa costa di più

La scuola è ripresa tra molte difficoltà, speranze e preoccupazioni. Come quella, che riguarda molte famiglie, sulla mancata ripresa dei servizi pre e post-scuola a Cinisello Balsamo. Il Comune non ha ancora espresso una posizione ufficiale sul tema mentre sono molti i genitori tornati in ufficio dopo un lungo periodo di smart-working e che ora sono alle prese con la difficile gestione dei propri figli. 

Situazione non facile per l’Amministrazione comunale che deve gestire la probabile inedita articolazione di un servizio che prevede l’intrattenimento di bambini provenienti da classi differenti, a cui devono essere garantiti il distanziamento e la sanificazione degli ambienti. Ma il ritardo nelle decisioni del Comune preoccupa molti genitori e le opposizioni in Consiglio incalzano. 

“Questi vincoli non giustificano il silenzio attuale da parte dell’Amministrazione Comunale”, si legge in una nota congiunta del Partito Democratico e di Cinisello Balsamo Civica di qualche giorno fa. “Quante scuole – continua la nota – hanno spazi liberi per questo tipo di attività e quali sono invece ‘sature’? Quante associazioni sono state contattate per verificare la loro disponibilità? Ci si sta muovendo in modo unitario sul territorio o i dirigenti scolastici sono lasciati soli nell’affrontare la riapertura del pre-dopo scuola?”. 

Domande da cui per il momento non esistono risposte mentre l’Amministrazione Comunale dovrebbe disporre di tutte queste informazioni ma ad oggi l’assessorato all’Istruzione non si è ancora espresso al riguardo. Secondo quanto riportano le opposizioni in Consiglio, alcune scuole si stanno attivando e ci sono associazioni disponibili a collaborare ma viene invocata urgentemente la regia del Comune. E un altro motivo di insoddisfazione di molti è legato ai rincari, decisi in sede di bilancio di previsione, del servizio di refezione scolastica. Secondo la giunta si tratta di un adeguamento dei prezzi all’indice Istat ma la scelta ha fatto discutere il Consiglio Comunale. Con delibera (n. 117 del 9/7/2020) la giunta ha aumentato la tariffa massima a pasto, portandola dai precedenti 4,67 a 5,02 euro, fino a 70 euro in più all’anno da pagare. 

In una nota congiunta l’assessore al Bilancio Valeria De Cicco e l’assessore all’Istruzione Maria Gabriella Fumagalli avevano giustificato il ritocco con “l’adeguamento delle tariffe dovuto al normale aggiornamento Istat. Adeguamento sempre applicato dal fornitore e stranamente mai aggiornato nel passato”. 

Subito aveva replicato il PD: “L’Amministrazione Ghilardi ha operato quell’adeguamento Istat che le vecchie amministrazioni, per scelta politica, non avevano applicato, determinando un aumento delle tariffe che le famiglie pagheranno per la mensa dei loro figli. Le amministrazioni non sono obbligate a fare gli adeguamenti Istat (Milano, per esempio, ha tariffe nido e refezione ferme dal 2000). La scelta di adeguare le tariffe mensa all’indice Istat è una precisa scelta politica di questa Amministrazione, in linea con tutti gli aumenti delle tasse locali finora operati”.

Redazione "La Città"

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