21 Novembre 2024

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

Il ristoratore Denis: «Situazione difficile»

Un locale con una storia di quasi mezzo secolo, fondato all’inizio degli anni Settanta in un’area rilevante della città fra aziende e vie densamente popolate. Il ristorante-pizzeria Il Vulcano di via Matteotti da alcuni anni è stato rilevato dai fratelli Denis e Mirsad Malja, due giovani imprenditori con un grande passione per la tavola. Un’attività ben avviata, che procedeva a gonfie vele, ora si ritrova inevitabilmente a risentire della situazione causata dall’emergenza sanitaria.
Denis, quali sono state le difficoltà che avete dovuto affrontare nel periodo del lockdown e alla riapertura nello scorso mese di giugno?
«I problemi sono stati quelli che ci accomunano a molti altri ristoratori. Abbiamo dei costi fissi che hanno gravato sul nostro bilancio nei mesi in cui le entrate sono state davvero ridotte. La nostra attività dà lavoro a diverse famiglie. Il periodo di stop ci abbia messo a dura prova. Durante l’estate e fino a poche settimane fa il nostro lavoro sembrava aver ripreso con buoni ritmi. Il locale ha sempre riscosso un grande successo e negli ultimi anni abbiamo ricevuto numerosissime recensioni su TripAdvisor e guadagnato le primissime posizioni nelle ricerche in provincia di Milano e nell’area prossima a Monza e Brianza».
Quali sono gli investimenti che avete dovuto affrontare?
«Gli acquisti sono stati notevoli: abbiamo preso un apparecchio molto costoso che sanifica continuamente l’aria, poi i prodotti igienizzanti per i clienti e i detergenti per pulire il locale e i tavoli più volte al giorno, oltre a diversi interventi di sanificazione generale di tutta la struttura. Queste sono le principali spese che abbiamo dovuto compiere. Nel periodo estivo ci siamo dati davvero da fare per recuperare il terreno perso. Il nostro locale ha una capienza di circa 100 posti ma per rispettare il distanziamento abbiamo consentito l’accesso a un massimo di 60 persone. È evidente l’effetto sugli incassi».
Come vi state muovendo nella fascia serale?
«Svolgiamo un servizio da asporto e di consegna a domicilio dei nostri piatti e delle nostre pizze. Tutte le sere a partire dalle 18.45 siamo aperti e riceviamo ordinazioni da ritirare sul posto o da portare direttamente a domicilio. Cerchiamo in questo modo di andare avanti e di limitare i danni, ma non sappiamo per quanto tempo potremo continuare in questo modo».
Cosa chiedete alle istituzioni in questo momento così complesso?
«Siamo consapevoli che questa è una situazione penalizzante per molti commercianti e tutti vorrebbero ricevere contributi in tempi rapidi. Siamo fiduciosi e speriamo che il governo e le istituzioni locali ci diano presto una mano. Se ci sarà un altro lockdown, non sappiamo davvero come ne verremo fuori. Non ci vogliamo nemmeno pensare».

Emanuele Lavizzari

Dopo un titolo accademico in Lingue e Letterature Straniere ha lavorato in ambito turistico-alberghiero tra Spagna e Italia e nel settore della tecnologia in Germania. In seguito a un master universitario in ideazione e produzione audiovisiva approda al giornalismo. Ha collaborato con alcune testate locali in Lombardia, prima di giungere all’Associazione Italiana Sommelier Editore, dove attualmente è responsabile del coordinamento redazionale e direttore editoriale della rivista “Vitae”. Ama l’impressionismo musicale, la poesia simbolista e le contaminazioni fra generi nella musica e nella letteratura. Passa agevolmente da una tastiera di pc a quella di un pianoforte, anche se tra i due preferisce decisamente il secondo. Questo è il motivo per cui si è dedicato a ulteriori studi e ha conseguito una laurea magistrale in Scienze della Musica con una tesi sul compositore spagnolo Manuel de Falla. Suoi grandi interessi sono anche l’atletica leggera e la televisione. Ha corso tanti chilometri in pista, su strada e su percorsi campestri e non si è ancora stancato di farlo.

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