22 Novembre 2024

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

1952, serata esistenzialista con l’Orchestra Zanuso. Vittorio Meroni, secondo da sinistra in piedi

Quando i ragazzi del dopoguerra ballavano il ‘boogie’ alla Perla Azzurra

La nostra città ha subito negli anni una trasformazione tale da non permettere, a chi è giunto in seguito, di immaginare edifici, strade, piazze, com’erano. Proviamo ugualmente a fare un salto nel passato visualizzando con la fantasia il luogo dove oggi sorge il Palazzetto dello Sport e l’antistante parcheggio e vedremmo una villa di due piani e un giardino con un albero così grande che per cingerlo ci volevano molte persone. Abitata da Carmelita Carli De Ponti fino al 1917, anno della morte, la villa fu da lei donata ai poveri. Prima le Congregazioni di Carità e in seguito l’ECA gestirono il suo patrimonio. Siamo in pieno fascismo quando sulla facciata comparve la scritta “Fascio di Combattimento” e quel luogo divenne un ritrovo per le camicie nere.
Ma per cercare di immaginare com’era quell’angolo di città alla fine della guerra, arrivò in mio aiuto Vittorio Meroni, che ebbi il piacere di incontrare, purtroppo, solo negli ultimi anni della sua vita. Una persona splendida che, nonostante l’età e i problemi di salute, mi appariva come un ragazzo, ancora voglioso di conoscere e di divertirsi. E, come se avesse voluto lasciami qualcosa affinché mi ricordassi di lui, un giorno dimenticò nel mio ufficio il suo cappello. “Sì, sì, verrò a prenderlo, non ti preoccupare”. Ma il cappello rimase lì, appeso sul mio attaccapanni, anche dopo di lui e per molto tempo ancora, fino a quando decisi di portarlo a suo figlio.
Da Vittorio avrei voluto sapere ancora molte cose, i suoi erano racconti interessanti e pieni di allegria. Sfortunatamente non c’è stato il tempo. Ma quella loro storia di rinascita dopo il dramma della guerra, quella dei giovani cresciuti con “libro e moschetto fascista perfetto”, me la ricordo benissimo.
Una parte dei locali della villa e lo spazio esterno furono dati in gestione, già dal 1945, ai ragazzi del Fronte della Gioventù (costituito nel gennaio ‘44, ideato e promosso da Eugenio Curiel, fu la più grande organizzazione giovanile partigiana composta in forma unitaria dai rappresentanti di pressoché tutti i partiti antifascisti) per iniziative politiche, spettacoli e ballo.
Nel cortile si diede vita al dancing Perla Azzurra, nome che prese spunto dalla conchiglia azzurra, grande e luminosa, collocata dietro l’orchestra. Sulla conchiglia fu aggiunto un dipinto raffigurante una ragazza con la perla, realizzato da Peppino Ferrandi.
Quei giovani avevano voglia di divertirsi, ma nel contempo non volevano dimenticare il sacrificio di altri ragazzi come loro che avevano combattuto con i partigiani. Poco dopo la fine della guerra si recarono sul Monte San Martino, il luogo dove avevano perso la vita due cinisellesi, Franco Ghezzi e Valentino Colombo, e al ritorno decisero di intitolare il loro Circolo CRAL Ai Martiri del San Martino.
Vittorio Meroni, direttore di sala, faceva parte di quel gruppo di ragazzi, tutti volontari, che gestivano le attività, improvvisandosi ora camerieri ora buttafuori. Mi raccontava che un centinaio di giovani, dai 16 ai 25 anni, erano soliti ritrovarsi alla Perla Azzurra, la movida di allora.
Le serate danzanti si svolgevano dal 1° maggio al 15 settembre di ogni anno. Sabato e domenica balli moderni e liscio, al mercoledì boogie-woogie. Tra i frequentatori potevi incontrare Bruno Dossena, campione del mondo di ballo e di Lascia o raddoppia? (organizzatore del primo festival del rock italiano, morto nel ’58 in un incidente stradale). Al suo seguito altri ragazzi… Li vedevi arrivare con una Buick; tra di loro Adriano Celentano e Giorgio Gaber, allora sconosciuti a livello nazionale. Si esibivano però all’Aretusa e in altri locali di Milano, e per questo la loro presenza attirava pubblico. Capitava spesso di incrociare anche Giovanni Elli, un cinisellese che partecipava a gare di ballo, ballava soprattutto il bebop; si diceva che in seguito fosse andato negli Stati Uniti a ballare negli spettacoli di Frank Sinatra.
In quel luogo furono organizzate anche le prime Feste dell’Unità. E allora, oltre allo svago, si poteva contare sulla presenza di personaggi importanti della politica, come gli onorevoli Luigi Longo e Giuseppe Alberganti, o come il comandate partigiano Giovanni Pesce, che si fermava a chiacchierare con i ragazzi.
Nel 1952 si tenne una serata per il Concorso Cinematografico Nazionale alla ricerca di volti nuovi, Miss Vie Nuove, promosso dall’omonima rivista (fondata da Longo nel ‘46). Al concorso avevano dato il patrocinio personaggi come Antonioni, De Filippo, Visconti, ecc. Venivano proposte anche serate a tema come quella dedicata all’eleganza, oppure alla risata, con un strana gara dal titolo meccanica da ridere, oppure si poteva assistere alla serata esistenzialista (l’esistenzialismo non fu solo una filosofia del mondo intellettuale, divenne anche un movimento popolare di moda; quel clima era vissuto nelle strade, nei caffè e nei circoli. La capitale era Parigi, ma presto si estese anche ad altri Paesi).
La Perla Azzurra concluse la sua attività nel 1959; molti di quei giovani erano ormai impegnati con la famiglia e il lavoro e l’esperienza del FdG si era già conclusa da tempo. La sua chiusura non tolse però a Vittorio la voglia di divertirsi e di organizzare. Mitiche le sue gite giovanili con gli amici, come quella goliardica in pigiama al Lago di Como, o quelle in età più matura con i compagni del FdG, o le tante
iniziative organizzate nel suo palazzo di UniAbita. Aveva imparato a usare il computer, a montare i filmati e la sua presenza su Facebook regalava racconti e immagini di una città ormai dimenticata.

Patrizia Rulli

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