Stop anche per il cinema PAX “Realtà vivace che va sostenuta”
«La situazione di emergenza legata al Covid sta creando non pochi problemi a tutti coloro che a vario titolo operano in campo culturale, e più largamente anche a coloro che utilizzano strumenti vari di approccio alla cultura, per esempio le compagnie amatoriali, i circoli culturali, le scuole danza.
Tra tutti i vari problemi legati alla situazione, io penso che la cosa che potrebbe lasciare maggiormente una profonda cicatrice a livello sociale – ci dice Raffaele Moschella, responsabile del CinemaTeatro di via Fiume – e anche sul piano culturale. La pandemia nella nostra vita sta creando un sentimento di provvisorietà, oltre che di paura. Non giova certo alla voglia di uscire e neppure al pensiero di fare e vedere “cultura”. Altro problema – aggiunge Moschella – è quello economico. Non si riesce a fare cultura senza avere un rientro delle spese, e questo vale sia per gli organizzatori, per il PAX, e sia per le compagnie teatrali e le case distributrici cinematografiche, con un evidente impoverimento in termini di proposte e occasioni».
Il vostro cinema-teatro è uno dei punti magici del nostro territorio, pensate di avanzare qualche istanza verso le istituzioni?
«Il PAX è certamente una realtà importante nel territorio cittadino, direi per meglio definirlo: una realtà centrale nell’ambito parrocchiale, decanale e cittadino. Il dialogo con la cittadinanza, rappresentata dal Comune è sempre stata viva e vivace, e nonostante le attuali difficoltà sta proseguendo con collaborazione e sostegno. Certamente il rilancio del PAX dovrà essere sostenuto dalla città così da acquisire una maggiore identità culturale».
Le penalizzazioni provocate dalla pandemia, quanto hanno inciso (e quanto incideranno) sulle vostre future scelte programmatiche?
«Molte le difficoltà per la futura progettualità, anche alla luce del ridotto numero di posti che per ora sono solamente 200. Le problematiche sono sostanzialmente tre. La prima quella relativa ai volontari, che sono la spina dorsale su cui si appoggia il PAX, e senza i quali non sarebbe possibile portare avanti l’attività. La seconda è legata alla programmazione del cinema, a cui non riusciamo a dare la continuità necessaria. La terza difficoltà che ci crea apprensione è riferita alla programmazione teatrale. Nonostante le difficoltà, abbiamo però voglia di proporre per il PAX alcuni spettacoli teatrali, presumibilmente dal mese di gennaio. Inoltre vogliamo organizzare due corsi di teatro, tenuti da professionisti e rivolti ai ragazzi e agli adulti. Tutto questo ovviamente se il Covid ci lascia lavorare».
Moschella conclude con una frase di Benjamin Franklin: “Un investimento in cultura paga sempre il massimo interesse”.