Un reparto privato nell’ospedale di Sesto tra i motivi della protesta di sabato
La sorpresa del paziente ricoverato all’Ospedale di Sesto San Giovanni, uscito dalla fase acuta della malattia e spostato in altro reparto dello stesso nosocomio è stata grande. Perché quando ha percorso solo qualche corridoio ed è entrato nell’altro salone si è visto porgere un foglio: “Benvenuto nel reparto di Medicasa”. E si è reso conto che all’interno dell’ospedale pubblico un’ala è stata ceduta ad una struttura privata che occupa spazi dello stesso nosocomio e che riceve pazienti che pensavano di essere in un ospedale regionale.
Anche per questo sabato mattina davanti all’Ospedale Città di Sesto San Giovanni in viale Matteotti si è svolta una manifestazione organizzata dal Comitato per la salute, cui hanno aderito varie organizzazioni e partiti politici, tra i quali il Pd. Molte decine di persone sono rimaste in presidio per alcune ore esponendo cartelli, striscioni, distribuendo volantini. La presenza di una società privata all’interno dell’ospedale pubblico, per di più arrivata nel silenzio più totale, costituisce un precedente pericoloso per un nosocomio da tempo al centro di voci che parlano di un suo declassamento o addirittura di una sua chiusura.
Va detto che l’ospedale sestese è stato inaugurato all’inizio degli anni ’60 ed era stato realizzato solo grazie al fatto che il Comune aveva regalato alla Ca’ Granda il terreno su cui edificare quello che in quegli anni era una sede distaccata di Niguarda. Non è inutile ricordare che da anni si sta lavorando per realizzare a Sesto sulle aree ex Falck la Città della ricerca e della salute, che dovrebbe riunire gli attuali Istituto dei tumori e Neurologico Besta con un centro di ricerche avanzato. In questo disegno il ruolo di un ospedale generalista come quello di Sesto è assolutamente necessario. Per questo l’attacco al nosocomio di viale Matteotti è anche una minaccia per la realizzazione della Città della ricerca e della salute.
(nella foto la protesta di sabato mattina davanti all’ospedale di Sesto)