22 Novembre 2024

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Il caso Tari fa discutere Sesto, il PD si mobilita

Si mobilità il PD di Sesto San Giovanni sull’aumento medio del 50% della Tari rispetto al 2019. E lo fa attraverso una discussione in una videoconferenza, avvenuta domenica 17 gennaio. Alla diretta hanno partecipato il segretario del PD di Sesto San Giovanni, Marco Tremolada, il vicesegretario, Michele Segoloni, la capogruppo, Roberta Perego ed il responsabile della comunicazione, Ernesto Guido Gatti.

Nella discussione i dirigenti dem hanno cercato di ricostruire le tappe che hanno portato all’aumento della tariffa rifiuti e che ha scatenato numerose proteste da parte dei cittadini oltre che delle opposizioni in comune. Il rialzo del 2019 sul 2018 (perché si è trattato del secondo aumento consecutivo) non è rintracciabile nelle dinamiche di mercato. Secondo i dem chi doveva smaltire i rifiuti si è trovato nella condizione migliore per un imprenditore: avere un cliente che dice di sì a tutti gli aumenti proposti. Un esempio, emblematico, su tutti, è stato quello dello smaltimento degli ingombranti, passato da 105 euro a tonnellata a fine 2017, a 205 euro a tonnellata a fine 2018, per poi fare una gara che ha scolpito il suo costo nella pietra nei pressi dei 205 euro a tonnellata. Da qui l’aumento del 10% circa del 2019.

Per capire cosa è accaduto nel 2020 – spiegano i democratici – si deve partire dal 2016, anno in cui venne affidato, dopo la più classica delle gare d’appalto, l’incarico ad Area Sud. Area Sud ha subito il ritardo dei pagamenti da parte del comune (i pagamenti tra settembre e dicembre 2017 sono stati effettuati con un ritardo medio superiore ai 30 giorni sui 60 concordati). Questi ritardi hanno creato crisi di liquidità ad un’azienda per la quale Sesto San Giovanni rappresentava il 50% del fatturato ed hanno portato a problemi nel pagamento puntuale di stipendi, tredicesime e premi. Questo ha indotto uno stato di agitazione tra i dipendenti con calo del livello di servizio e l’amministrazione ha iniziato ad applicare penali che hanno reso non conveniente l’attività fino ad obbligare Area Sud a portare i libri in tribunale ed a sciogliere, nel 2019, il contratto.

Secondo la ricostruzione del PD l’amministrazione comunale ha dovuto cercare rapidamente un sostituto, che è stato individuato nella ditta Sangalli di Monza. “La contropartita – si è detto durante la videoconferenza – è stato un aumento spropositato dei costi: da 7,1 a 10,3 milioni l’anno. Aumento che hanno pagato per intero le famiglie. Non solo, ma le famiglie hanno pagato qualcosa in più perché hanno finanziato lo sconto della TARI del 25% alle attività commerciali per lo stop del covid. Invece di ricorrere a misure alternative, infatti, la giunta ha scelto di far pagare anche questo sconto alle famiglie. L’effetto finale è che chi risiede a Sesto e non ha attività commerciali ha avuto un aumento netto del 50% circa, chi risiede a Sesto ed ha un’attività commerciale si è finanziato da solo lo sconto della TARI sull’attività commerciale con l’aumento della TARI sull’abitazione, gli unici che ci hanno guadagnato sono i commercianti che non risiedono a Sesto, questo al grido di: “Prima i sestesi”…

Stando alle previsioni del PD, la gara in corso nel 2021 rischia di portare ad un altro aumento: il 31 marzo verrà, infatti, spento il termovalorizzatore con conseguente aumento dei costi di smaltimento dell’indifferenziata. La diretta si è conclusa, prima delle risposte alle domande del pubblico, con un passaggio in cui sono state illustrate le azioni in consiglio comunale, tra cui l’interrogazione con vari quesiti e la lettera al prefetto per chiedere conto del perché in sonsiglio comunale i sia votato per dare la possibilità di scelta tra pagamento in soluzione unica o a “rate” con un solo invio dei bollettini, per poi decidere di inviare i bollettini in 2 soluzioni, oltretutto con un aumento dei costi.

Redazione "La Città"

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