La Città ricorda Rachele Sala, partigiana e attivista cinisellese
Sono passati 12 anni da quando Rachele Sala, in una fredda giornata di gennaio, ci ha lasciati. Era il 29 gennaio del 2009. Aveva 88 anni, era nata il 16 giugno del 1920, la ricordiamo nell’anniversario della sua morte e nel centenario appena trascorso della sua nascita. Morì improvvisamente per i postumi di una caduta occorsale durante uno dei tanti viaggi/pellegrinaggi ai quali partecipava. Al ritorno da un convegno, che si tenne a Tremezzo il 17 gennaio per ricordare Teresio Olivelli, scivolò sul ghiaccio e si ruppe una gamba. Aveva sempre vissuto in piazza Gramsci all’angolo con via Roma. Pare ancora di vederla girare per la città sulla sua bicicletta a tutte le ore del giorno e a dispetto delle condizioni atmosferiche, oppure con cuffietta bianca e mestolo distribuire cibo alla Festa dell’Unità. O ancora, silenziosa e attenta, presenziare a tante iniziative pubbliche.
Rachele aveva dato il suo contributo alla Resistenza, nello specifico alla 55^ Brigata “Fratelli Rosselli” e alla 119^ Brigata Garibaldi SAP “Quintino Di Vona”; con il nome di “Lina” era stata collegatrice tra CLN locale, le organizzazioni di fabbrica e le Brigate di montagna. Arrestata per ritorsione (cercavano il fratellastro, il partigiano Eugenio Tagliabue “Tom”), venne portata al Comando della GNR di Monza, poi alla Caserma delle Ausiliarie della RSI di Oggiono, quindi alle caserme fasciste di Barzio, Introbio e Brescia, dove subì pesanti interrogatori. Rinchiusa nel carcere militare di Peschiera del Garda, controllato dalla Wehrmacht, sarà rilasciata il 25 aprile 1945.
Ma il suo impegno fu soprattutto dal dopoguerra fino alla sua morte, nelle battaglie civili e politiche per la ricostruzione democratica della nostra città. Venne nominata nel Consiglio di Amministrazione dell’ECA, al quale partecipò in rappresentanza dell’UDI. Da allora si impegnerà nel settore dei servizi sociali e delle strutture ricreative e di protezione dell’infanzia. Assunta nel 1947 come operaia alla Pirelli, in seguito alla sua attività sindacale e politica nella CGIL e nella sezione del PCI di fabbrica, nel 1951 subì il licenziamento.
Negli anni seguenti lavorò fino alla pensione come dipendente del Comune di Cinisello Balsamo, prima nelle scuole e poi presso la Civica Scuola di Musica. Militante del Partito Comunista, aderì alla nascita dei Democratici di Sinistra e in seguito del Partito Democratico. Attiva da sempre nell’ANPI (al primo congresso cittadino del 1946 risulta già tra gli iscritti), ha lasciato un patrimonio di civiltà e un esempio di coerenza e vitalità. Tanti sicuramente si ricordano di lei. Sarebbe bello poter raccogliere su questa pagina i vostri ricordi.
Nella fotografia, Rachele Sala nel 2008, alla sua ultima manifestazione del 25 aprile.
3 commenti
Rachele è stata e rimarrà tra le persone che più hanno lasciato traccia nella mia formazione civile e politica. Negli anni, ricchi e fondanti, in cui vi ho insegnato, vivendo io in una città a guida leghista, frequentavo a Cinisello le iniziative sicioculturali e facilmente partecipavo alle iniziative istituzionali e dell’ANPI cittadino. E partecipavo con i bambini a tutte le iniziative proposte per loro dall’ammistrazione comunale Lei c’era sempre. Sempre. E passava da un’iniziativa all’altra, brontolando se non si rispettavano le tempistiche, perché le si impediva di raggiungere con puntualità qualche altra iniziativa nei dintorni, o a Milano. Sempre in movimento.
“La ta met a post le!” era una delle espressioni che il mio papà usava per descriverla, con affetto e stima. Era una forza. Anche troppo, per noi che eravamo più vecchi di lei nonostante potessimo essere stati suoi figli.
Un pezzo di Storia se ne è andato con lei: nella 55° Rosselli, un distaccamento era intitolato a mio papà, un altro al suo grande amico Casiraghi e un terzo a Fiorani, a testimoniare il legame tra la Rosselli e Sesto s. Giovanni e la sua zona. Indimenticabile il comandante Al (Aldrovandi),
che dopo la guerra direttore e animatore della libreria Einaudi, accanto al teatro di via Manzoni a Milano. Vi si trovavano intellettuali di tutte le aree ma prevalentemente di sinistra.
La ricordo bene era presente alla scuola di musica dove frequentava mia figlia il corso di pianoforte. Restavo a parlare con lei volentieri. Io figlia di un caduto partigiano lei era ben disposta a sentire la mia storia. Viveva nel mio quartiere e ci incrociavamo spesso. Una bella persona.