Offrono i pasti alla Caritas, il miracolo degli studenti di cucina del Ciofs
di Alessandra Vergani e suor Daniela Luoni
La crisi costringe a diventare creativi per davvero, l’esperienza del limite educa e spinge a ripensare tempi e spazi, allargando gli orizzonti: è quanto è accaduto al Ciofs di Cinisello, dove gli allievi di cucina e panetteria, in difficoltà con il loro percorso di stage, hanno messo il loro lavoro al servizio della comunità, offrendo pane e pasti alle Caritas e alle Associazioni del territorio. Lo stage è una parte indispensabile dei percorsi di formazione professionale, un’esperienza altamente formativa che i ragazzi intraprendono a partire dal secondo anno.
L’inserimento degli allievi in aziende del territorio comporta l’affiancamento ad essi di tutor aziendali che trasmettono loro i segreti e la passione per la professione che hanno scelto. In questa fase di emergenza sanitaria, i ragazzi hanno sperimentato l’arte della professione in un tempo in cui diverse aziende si sono reinventate la loro attività. E in qualche modo anche noi ci siamo trovati costretti a reinventare l’esperienza di stage per quei ragazzi che non hanno trovato disponibilità in azienda. Abbiamo così proposto un’esperienza di alternanza formativa protetta: i ragazzi sono stati protagonisti in cucina e in panetteria nella preparazione di pane e pasti destinati agli ospiti delle Caritas di Solaro, Cusano Milanino, Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo e dell’Associazione Fides di Milano.
Il progetto li ha visti impegnati nello scegliere loro che tipo di pasto offrire agli utenti, considerando non solo le loro competenze professionali, ma cercando di immedesimarsi nelle persone che ne avrebbero usufruito: hanno prestato attenzione, quindi, a variare il menu con carne e pesce, scartando la carne di maiale o il vino in cottura, per rispetto verso le persone di religione musulmana. Hanno realizzato con cura i menu, accostando sempre verdure o legumi, pasta o riso. L’organizzazione della settimana prevedeva la stesura del menu il venerdì pomeriggio, con l’elenco delle materie prime necessarie da acquistare.
Il lunedì mattina, dopo la spesa, ci si dedicava alla sistemazione della dispensa. Si iniziavano poi le preparazioni, fino ad arrivare al confezionamento di circa 30 – 40 monoporzioni al giorno, insieme ai 10 – 13 kg di pane. Fare il bene fa bene e i nostri ragazzi lo hanno percepito fin da subito; hanno messo in gioco non solo le loro competenze professionali, ma anche la loro capacità di vedere nel proprio mestiere qualcosa da mettere al servizio degli altri. Non si sono limitati a fare il loro dovere, ci hanno messo più inventiva e creatività per donare, insieme ad un pasto o al pane, qualcosa di sé. Perché gustando la bontà di quanto preparato, qualcuno potesse sentirsi meno solo, meno sfortunato, perché da qualche parte, qualcun altro ha messo la sua intelligenza e le sue mani a suo servizio, lavorando per lui.
L’esperienza ha stimolato i ragazzi a guardarsi intorno per scoprire che i servizi che i telegiornali ci propongono, con file interminate di persone che attendono un pranzo, sono reali: oggi nel 2021, qui a Cinisello, proprio accanto a noi. Come don Bosco che, prete novello a Torino, con il cuore pieno di sogni, deve scegliere come può mettersi al servizio dei giovani e si sente dire dalla sua guida spirituale: “Va per la città e guardati intorno”. Cioè: esci dalle tue comodità, smettila di guardare solo te stesso, guarda attorno a te chi c’è e quale bisogno ha. Scopri i tuoi talenti e giocali a favore di chi di tende una mano in cerca di aiuto! Mani che lavorano con intelligenza e mani tese in cerca di aiuto: “darsi una mano”, in una dimensione di reciprocità autentica, questa è stata la nostra esperienza di alternanza formativa protetta, un modo molto speciale per ripensare la solidarietà ai tempi del Coronavirus.
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