Beato Carino da Balsamo, la ricostruzione storica che non convince. Lettera di un cittadino
Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Gabriele Arosio
“Promuovere la memoria locale”: così ha presentato le iniziative in occasione della festa del calendario cattolico dedicato al Beato Carino da Balsamo il sindaco di Cinisello, Giacomo Ghilardi. In perfetta continuità con il suo tono clericale consueto, ha inviato un messaggio parlando di “comunione”, “protezione e sostegno”…evocando insomma l’importanza di pregare un santo come se fosse il parroco della città e non il sindaco da cui si devono sentire rappresentati tutti i cittadini, atei e credenti in altre religioni.
Quello che mi ha suscitato sconcerto è stata la lettura del documento pubblicato sulla pagina del Centro di documentazione storica del Comune. Documento a cura di Vittorio Giuseppe Rossin con lo scopo di far conoscere “l’ampio [sic!] contesto storico culturale del tempo”.
Due affermazioni che vi sono contenute sono false e meritano di essere confutate.
- “…nei primi decenni del Trecento, in Italia, il Catarismo si estinse”.
- “secondo le fonti storiche, quando questi si pentivano e abiuravano l’eresia, Pietro applicò esclusivamente pene spirituali e usò solo la parola e l’esempio”.
Pare un processo spontaneo e pacifico la fine dei catari. Nessuna parola di quanto avvenne e che assunse il carattere di un vero e proprio sterminio perpetrato fino alla morte dell’ultimo cataro, giusto per stare nell’”ampio” contesto storico. In Francia, papa Innocenzo III proclamò una crociata contro i catari, nota nei libri di storia come la “crociata degli albigesi” (altro nome per indicare i catari). Indetta nel 1209, fu protratta fino al 1229, ma strascichi si ebbero fino al 1244 con la caduta della roccaforte càtara di Montsegur e le esecuzioni in massa sul rogo di tutti i sopravvissuti.
Il massacro di Marmande nel 1219, viene così descritto nella Chanson de la Croisade Albigeoise: “Corsero nella città [le armate dei Cattolici], agitando spade affilate, e fu allora che cominciarono il massacro e lo spaventoso macello. Uomini e donne, baroni, dame, bimbi in fasce vennero tutti spogliati e depredati e passati a fil di spada. Il terreno era coperto di sangue, cervella, frammenti di carne, tronchi senza arti, braccia e gambe mozzate, corpi squartati o sfondati, fegati e cuori tagliati a pezzi o spiaccicati. Era come se fossero piovuti dal cielo. Il sangue scorreva dappertutto per le strade, nei campi, sulla riva del fiume”.
Il cronista cistercense Cesario di Heisterbach riporta che, durante il massacro di Béziers, dei càtari trovarono rifugio con dei cattolici in una chiesa. Il legato pontificio Arnaud Amaury, non potendo distinguere gli eretici, ma risoluto a non porre fine al massacro, ordinò quindi: “Caedite eos! Novit enim Dominus qui sunt eius” (Uccideteli tutti! Dio riconoscerà i suoi).
A Milano le cose non andarono in modo troppo diverso. Il tribunale dell’Inquisizione di cui Pietro da Verona era Inquisitore generale operava con i suoi noti strumenti: tortura e roghi. In questo clima di violenza estrema nacque l’agguato e la morte di Pietro da Verona con protagonista Carino da Balsamo. Tutti i milanesi possono prendere visione di come andarono le cose andando a leggere la lapide commemorativa dell’allora podestà di Milano Oldrado di Tresseno. Si trova sulla facciata del Palazzo della ragione in piazza Mercanti.
Nell’indicazione dei meriti del podestà è scritto a chiare lettere come si agì nei confronti dei catari: bruciati. In esecuzione alla condanna del tribunale dell’Inquisizione che li consegnava al potere politico. La custodia della memoria storica di una città chiede onestà intellettuale e ben altro spirito da quello mostrato per Cinisello in quest’occasione.
2 commenti
La citazione non è completa io dico:
Ai catari la Chiesa rispose con gli ordini mendicanti e predicatori, nel 1209 Papa Innocenzo III bandì una Crociata, e Papa Gregorio IX stabilì il tribunale dell’inquisizione: in tal modo nei primi decenni del Trecento, in Italia, il catarismo si estinse.
Crociata e tribunale dell’inquisizione, sono fenomeni ben conosciuti.
Quando a Pietro da Verona, non risultano atti inquisitori, ma è un Santo venerato in tutto il mondo, a cominciare dalla Crocetta dove c’è una sua Chiesa.
Naturalmente io rispetto le opinioni di tutti, e cedo volentieri la penna, al signor Arosio per il prossimo anniversario del Beato Carino da Balsamo.
Ringrazio e porgo auguri e buon lavoro
1. Sono le specie animali che si estinguono. I catari furono sterminati.
2. Ci si può provare a distinguere le responsabilità dell’Inquisitore generale dagli atti del tribunale che presiedeva. Secondo me è un’opera vana. Sul piano storico rende privo di motivazione l’omicidio del sicario assoldato per eliminarlo.