Alla scuola “Garcia Villas” la meditazione si fa in classe
di Katia Giannotta
Docente e Funzione strumentale PTOF scuola “Garcia Villas” – Cinisello Balsamo
Una scuola che rinasce e sperimenta nuovi progetti. È quanto sta accadendo alla secondaria di primo grado “Garcia Villas” di Cinisello Balsamo, che si trova nel quartiere Sant’Eusebio e che, nel corso degli anni, si è sempre più caratterizzata come un’officina di idee e laboratorio di esperienza. La proposta innovativa, nata dalla volontà degli alunni stessi, è quella della meditazione. Grazie all’entusiasmo dei ragazzi e delle ragazze e al consenso della Dirigente, Anna Iannone, ho potuto realizzare un progetto che coltivavo dentro di me da molto tempo. Ogni venerdì, io e i miei alunni, mettiamo via libri e quaderni e ci sediamo sui banchi o in cattedra per cominciare un avventuroso viaggio dentro noi stessi.
Ad essere coinvolte sono solo due classi della scuola, che si stanno avvicinando alla conoscenza di una pratica millenaria, ma ancora poco esplorata nel nostro Paese e che, mi auguro, possa estendersi, in futuro, a tutto l’istituto. Sono noti da tempo, anche a livello scientifico, i benefici che la meditazione apporta a bambini ed adolescenti, ovvero un aumento della produttività negli studenti, una crescita dell’empatia e della capacità di entrare in relazione con i propri compagni, creando un clima armonioso e contrastando il bullismo. Meditare, inoltre, fa bene al corpo, perché rafforza il sistema immunitario, diminuendo il rischio di ammalarsi, riduce lo stress e le tensioni, attenua la rabbia, emozione tipica dell’età adolescenziale, e permette lo sviluppo di un’intelligenza emotiva ed intuitiva.
Attraverso pratiche meditative di visualizzazione guidata, che sviluppano l’immaginazione, i ragazzi arrivano ad una più profonda conoscenza di sé, del proprio corpo, a livello interiore ed esteriore, e a sviluppare una maggiore accoglienza verso i compagni. Benefici resi ancor più necessari alla luce della Dad e dell’isolamento fisico ed emotivo che molti di loro hanno vissuto nell’ultimo anno e mezzo di pandemia. Terminata ogni meditazione, ognuno di loro è pronto a raccontare l’esperienza vissuta, è curioso e colmo di domande poiché questa pratica li mette di fronte all’ignoto, che ogni volta si disvela ai loro occhi in un modo diverso.