Dalla maturità alle medie è tempo di esami. I consigli degli insegnanti
Dopo un intero anno di didattica a distanza, di forzata lontananza dai compagni, dai docenti, dal proprio Istituto, si è finalmente giunti al traguardo che tutti gli studenti temono e agognano al tempo stesso: gli esami, che siano di terza media o esami di Maturità poco importa. L’emozione e l’ansia sono sempre elevate, quest’anno maggiormente perché a causa delle misure anti-covid si svolgeranno esclusivamente in forma orale.
“Il fatto che l’esame di maturità sia esclusivamente orale non è penalizzante a mio parere, spiega Valerio Moccia docente all’ Università Cattolica – oggi le doti di public speaking sono indispensabili così come è importante che i ragazzi delle superiori si pongano il problema di pover parlare in manieraintellegibile. Ritengo la realizzazione di elaborati a progetto, come è la tesina di maturità, e la loro presentazione in forma orale sia una metodologia didattica che andrebbe potenziata anche negli anni precedenti alla quinta perché aiuta ad introdursi nel mondo dellavoro e soprattutto consente loro di essere più formati ai metodi che si usano nelle università”.
“La capacità di discutere criticamente un testo in forma orale – continua Moccia – è importante e dà ai candidati l’occasione di dimostrare l’acquisizione di soft skill non legate esclusivamente alla mera conoscenza o competenza di scrittura”.
Non è dello stesso parere Rossella, docente di un istituto professionale del nord Milano: “dal mio punto di vista, in un professionale per esempio, non può esistere una prova d’esame solo orale, i ragazzi devono sì saper spiegare quanto appreso negli anni ma dovrebbero poter avere la possibilità di dimostrare anche in modo pratico le loro competenze”.
Un messaggio molto positivo ai “Suoi studenti” è quello di Pierangelo Gervasoni, preside dell’Istituto Professionale Mazzini di Cinisello Balsamo: “Spesso ci si dimentica che tantissimi giovani in questo periodo dell’anno si sottopongono agli esami di Qualifica e di Diploma a completamento dei loro percorsi professionali. In Italia sono circa 65mila e a Cinisello sono ben 320 solo da noi. Tutti ragazzi pronti per affrontare il mondo del lavoro. Alcuni di loro – spiega Gervasoni- grazie agli stage e ai tirocini hanno già un’opportunità lavorativa che maturerà non appena avranno terminato l’esame. Ci sono anche degli allievi che durante il percorso professionale hanno deciso di proseguire fino alla Maturità per poter accedere ai corsi post diploma e all’Università. Ci dimostrano una volta di più che i ragazzi che scelgono un percorso professionale non vedono preclusa una carriera di studi che possa portare alla laurea. Crescendo e maturando possono decidere di proseguire i loro studi”.
Non solo per gli esami di Maturità, la preoccupazione ha fatto da protagonista anche per gli studenti di terza media che si sono ritrovati ad affrontare il primo vero esame della loro vita. “L’ansia fisiologica del dover affrontare gli esami era ovviamente amplificata a causa della mancanza degli scritti – spiega Caterina Loccisano – docente di italiano del Plesso di secondaria inferiore Anna Frank, metodo Montessori.
Gli scritti servono anche a smorzare la tensione e a rompere il ghiaccio, cosa che non è avvenuta quest’anno in cui gli studenti hanno dovuto giocarsi tutto subito nell’orale. Gli studenti l’hanno affrontata con serietà e in molti casi con serenità – continua Loccisano – Hanno avuto la possibilità di sviluppare elaborati molto personali che partivano da passioni ed esperienze vissute direttamente approfondendolo nelle diverse discipline. E’ stato un anno difficile, particolare, ma confidiamo sempre nei nostri ragazzi che in ogni occasione danno il meglio di sé”.
Anche la Preside Anna Iannone, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Zandonai è soddisfatta di questo nuovo metodo: “Dare la possibilità agli alunni di cimentarsi in un elaborato, condiviso sì col consiglio di classe ma il cui argomento è stato scelto insieme, tenendo conto dei loro interessi ma anche delle loro personali competenze maturate, è stato qualcosa di nuovo che si avvicina molto alla tipologia degli esami di Maturità che ha permesso loro di esprimere al meglio le loro conoscenze, non limitandole allo studio canonico delle discipline, consentendogli di approfondire le loro abilità”.
Un nuovo modo di valutare i ragazzi che esula da quello della lezione frontale a cui siamo abituati che ha dato modo di vedere fiorire, tante competenze che forse con un esame tradizionale non sarebbero emerse. “Mi auguro che anche per il futuro il ministero tenga conto di questa innovazione positiva- continua Iannone – partita come sperimentale ma rivelatasi esaustiva. I nostri alunni ci hanno veramente sorpreso”.