Sesto, pressione fiscale alle stelle. Lo conferma un rapporto di Assolombarda
Il rapporto sulla fiscalità a carico delle aziende elaborato da Assolombarda ha rilevato che Sesto San Giovanni, tra i 283 comuni dei territori di Milano, Lodi, Pavia e Monza e Brianza, è la seconda città con la pressione fiscale più alta per quanto riguarda le imprese già localizzate. Nel documento viene preso in considerazione e messo a confronto il valore delle tasse che negli anni gravano sugli edifici delle imprese (Tari, Imu, oneri di urbanizzazione e addizione Irpef, per quanto riguarda le persone fisiche). Sesto, come appena accennato, si piazza al secondo posto nella classifica generale (prima è Milano), al terzo posto nel ranking parziale che interessa il peso sugli uffici e al quinto posto se si considerano i capannoni. Nel complesso, secondo Assolombarda, i primi cinque comuni per carico fiscale sulle imprese sono: Milano, Sesto, Bollate, Rozzano e Cologno Monzese.
Per il confronto del peso di imposizione fiscale nei singoli comuni lombardi sono state prese in ipotesi due imprese tipo, proprietarie di un capannone industriale e di un ufficio, localizzate in contesti territoriali analoghi. Per esempio a Sesto, nel caso di un ufficio, gli importi sono compresi tra i 10 e gli 11mila euro. In città il conto annuale ammonta a 10.469 euro, divisi in 3940 euro di tassa sui rifiuti e 6592 euro di imposta Imu. In totale a Sesto per un capannone si registrano importi tra i 53 e i 59mila euro. Assolombarda infine nel suo rapporto prende ad esempio l’imprenditore tipo che, stando alle stime, spende 54.738 euro all’anno: 21.650 euro per i rifiuti e 33.088 euro per l’Imu. Interessante il dato di Cinisello Balsamo che, tra i 100 comuni lombardi di maggiori dimensioni, è uno dei meno onerosi.
Il commento del PD in merito a questi dati è il seguente: “Fare impresa a Sesto San Giovanni significa scontrarsi con un muro di tasse, una morsa che stringe le imprese e scoraggia la creazione di posti di lavoro. La politica della amministrazione comunale in questi anni è stata chiara: aumentare le tasse e tagliare i servizi. Una ricetta che sta svuotando la nostra città, allontanando il lavoro e che creerà dei veri e propri quartieri dormitorio, vuoti di qualsiasi servizio. La destra sestese non ha nessuna progettualità o visione per la nostra città, non investe per aiutare le aziende a insediarsi e rimanere nel nostro territorio, ma incassa per spendere in operazioni di facciata che non aiutano la crescita di Sesto. Il Sindaco chiacchiera e i numeri lo sconfessano con plateale e allarmante chiarezza”.