Sesto, comitati ambientalisti disertano la Consulta e accusano la giunta
Con un comunicato stampa il Consiglio Direttivo dell’Associazione Sottocorno e del Comitato di Cascina Gatti esprimono la loro insoddisfazione e dissenso in merito alla gestione della Consulta dell’Ambiente del Comune di Sesto San Giovanni e per questo motivo hanno “disertato” la seduta di ieri, 26 luglio 2021. Scrivono: “L’evidente mancanza di una politica ambientale sul territorio e la scelta di un soggetto politico totalmente estraneo sia alla città che all’ambiente come l’assessore Magro, di fatto spiegano l’incapacità e la poca visione di questa amministrazione”. A questo proposito, le associazioni ambientaliste della città avevano avanzato la richiesta di dimissioni dell’assessora, ma queste sono state ignorate da Sindaco e vertici amministrativi del Comune di Sesto che ne hanno sempre sostenuto l’operato.
Le principali problematiche messe in luce da tempo dai comitati green del territorio e che rimangono irrisolte sono: “Una totale mancanza di un programma di forestazione urbana e piantumazione di nuovi alberi (come previsto dalla Legge sul registro degli alberi per le città sopra i 15.000 abitanti), un’assente comunicazione atta a migliorare la raccolta rifiuti, una mancata quantificazione degli immobili non bonificati dall’amianto, un’errata valutazione e ritardi ingiustificati circa i lavori per la Terrazza Bottoni e il parco tanto da portare ad una variazione di bilancio, continui abbattimenti e devastazioni di alberi (Villaggio Falck e Via Livorno per citarne alcuni)”.
La lista continua e con questa i due comitati chiedono un cambiamento totale e nello specifico: “Le dimissioni dell’attuale assessore all’ambiente, dimostratasi a più riprese totalmente incompetente, la definizione di una seria linea di politica ambientale sul territorio del comune di Sesto, che non sia finalizzata a scopi elettorali o peggio utilizzata (come fatto fino ad ora) a mera propaganda politica, la definizione di un regolamento che includa effettivamente le realtà sul territorio e non i nominati dal sindaco e, infine, una gestione operativa più incisiva e meno dispersiva”. Chiudono: “In alternativa, invitiamo il Sndaco ad assumersi le proprie responsabilità ed a sciogliere tale Consulta”.
Un commento
brava continua cosi