Sesto: Roberta Perego, storico membro del PD, rassegna le dimissioni
Nella giornata di lunedì ha rassegnato le dimissioni da Consigliera comunale Roberta Perego che ha svolto dapprima il ruolo di assessora e poi di Capogruppo in questi ultimi anni. Le motivazioni delle dimissioni, scrive il partito su Facebook, sono strettamente legate a motivi familiari non più conciliabili con gli impegni politici di chi vuole portare avanti con serietà e determinazione gli impegni da consigliere comunale.
“L’impegno di Roberta nelle istituzioni della nostra città è stato continuo e instancabile da dodici anni e per questo, anche se a malincuore e con sofferenza, comprendiamo la decisione di lasciare spazio a chi oggi può riversare maggiori energie nei lavori del Consiglio. Sappiamo anche che, seppure con tempi e modi diversi, Roberta non farà mai mancare la sua grinta, la sua esperienza e il suo consiglio al nostro partito: l’anno che ci aspetta condurrà Sesto alle elezioni e avremo bisogno dell’aiuto, del supporto e dell’apporto di tutti e tutte coloro che vogliano lavorare per una Sesto diversa da quella che abbiamo conosciuto in questi anni”, queste le parole del PD.
La Perego ha scritto un lungo e sentito post in cui ringrazia chi le è stato accanto e l’ha accompagnata in questi dodici anni: “Oggi ho presentato le mie dimissioni da Consigliere Comunale: una scelta maturata negli ultimi mesi, dopo una lunga e sofferta riflessione. Una scelta che ha esclusivamente motivazioni personali e che come tale chiedo, se non di condividere, almeno di rispettare: i ritmi della mia vita famigliare e lavorativa nell’anno che sta per iniziare risultano incompatibili con l’impegno politico. O almeno per come mi è sempre stato insegnato a intenderlo: non un “tirare avanti”, ma studio approfondito degli atti, presenza alle riunioni e agli appuntamenti istituzionali”.
Un commento
SONO DISTRUTTO DALLA NOTIZIA CHE LA SIGNORA PEREGO ABBANDONI IL CONSIGLIO COMUNALE DI SESTO SAN GIOVANNI
MI CHIEDO, COME FAREMO????
potremo stare senza la sua persona? Ai posteri l’ardua sentenza