L’aggressione alla CGIL: un atto fascista. “No Vax” si fanno arringare dagli squadristi, applaudendoli
Bisognerà uscire dall’equivoco e chiamare le cose con il loro nome:l’azione di Roma contro la sede della CGIL è stato un atto fascista, condito dallo squadrismo più evidente. La scelta dell’obbiettivo ha macroscopicamente messo in chiaro il motivo politico dell’aggressione. Dai molteplici resoconti giornalistici si apprende che i manipoli della destra fascista erano militarmente organizzati. Non sorgono dubbi sulla pianificazione di un assalto da tempo aleggiante nei loro criminali propositi.
Potrebbe apparire superfluo ricordare che nella storia dello squadrismo nero (nel 2022 saranno trascorsi 100 anni dalla Marcia su Roma)gli attacchi si concentrarono sulle Cooperative, sulle sedi dei Socialisti e sulle Camere del Lavoro. Qualcuno mena il can per l’aia parlando di “questioni inesistenti” di “gruppi violenti, irresponsabili” tuttavia vanno denunciate le dichiarazioni verso un presunto “pericolo per le libertà individuali” condotte da Lega e FdI nei mesi scorsi. Abbiamo verificato, quanto fossero sconnesse con la realtà e quanto prodomiche per l’insorgere di manifestazioni morbosamente avverse ad ogni regola dettata dal buon senso.
Una constatazione va fatta anche sui “no vax” presenti in piazza che si sono fatti arringare dagli elementi più beceri del fascismo romano, gratificandoli con applausi e ampi cenni di assenso. La Costituzione, così tanto invocata, prevede la più ampia libertà di parola e di dissenso. Cionondimeno, non lascia spazio alle reminiscenza fasciste. Vi deve essere preoccupazione nel constatare che i manifestanti non hanno minimante tentato d’arginare (sarebbero stato sufficiente non vidimare la leadership di Casa Pound o similari) il flusso d’odio e intolleranza vomitati da quel palco.
Nessuno (dico nessuno) a 24 ore di distanza si è preso la briga singolarmente, via social (dove sono assi attivi) o come qualsivoglia gruppo,di stigmatizzare l’attacco alla CGIL. Tra l’altro, è un sindacato che invoca la trattativa con il Governo per attutire l’impatto prodotto dal green pass sui posti di lavoro. Un provvedimento, comunque lo si voglia definire, il cui scopo è di facilitare la ripresa di attività produttive di ogni genere, oltre alle possibilità conviviali e di intrattenimento.
L’ultima questione, degna del più maldestro degli azzeccagarbugli, è: sia la Meloni che Salvini invocano “l’obbligo di vaccinazione” pronti poi a non votarlo in Parlamento, facendosi ancora una volta scudo di prerogative democratiche che loro stessi irridono a ogni piè sospinto. Attendiamo che qualcuno, a partire dall’Amministrazione di Cinisello Balsamo, assuma una posizione chiara. In un senso o nell’altro. Dopo i fatti di Roma, ogni silenzio ed un vile traccheggiare diverrebbero inquietante omertà.