Miglio, l’intitolazione stonata di una giunta senza bussola
La Giunta di destra di Cinisello Balsamo, quando si avvicina alla storia e alla cultura pare doversi dotare di un ramo a forcella e aggirarsi, come un rabdomante, alla ricerca di qualche sotterraneo filone contenente il sapere e le giuste cause. Purtroppo per loro si debbono rassegnare: non posseggono neppure la stoffa del bravo Billy Starbuck de “Il Mago della Poggia”. Sono carenti di talento naturale, di applicazione sui fondamentali e di studi adeguati per coltivarlo.
E’ probabile sia questa scarsità di sostanza a spingere il Sindaco Giacomo Ghilardi e i suoi consiglieri a cercare una liquidità inesistente nella loro storia, anche recente. Infatti, si inventano, pudore a parte, un Gianfranco Miglio grande personaggio a cui intitolare un spazio pubblico. Su colui che fu: Miglio si è speso per dare dignità intellettuale a un confederalismo molto simile agli stati ribelli della Guerra Civile Americana. Ha ispirato un altro senatore, vagante tra i bar del varesotto, per sproloquiare di cinte daziarie e secessioni. Cioè dividere l’Italia riportandola, disegnata politicamente, al frazionamento preunitario.
Sicuri di non esagerare, potremmo azzardare che il professore comasco pensasse per il Sud a un nuovo Regno delle Due Sicilie, magari governato dagli ottimi uomini di mondo delle cosche. Per non parlare, da studioso di Mengele, della sua diagnosi sui “soggetti malati di omosessualità”. Di questo passo potremmo aspettarci che la toponomastica cinesellese si possa fregiare di una via intitolata al dio Eridano.
In verità, la Giunta si ostina a ricercare cose nelle storia del nostro Paese (per non parlare del risibile tentativo di cambiamento dell’Inno di Cinisello) utili solo a piccole congreghe. Padronissimi di farlo finche se la suonano e se la cantano. Tuttavia, se si spingono oltre le soglie delle loro taverne devono risponderne ai cittadini.