La transizione ambientale che a Cinisello non esiste
Ottobre e novembre sono stati i mesi dell’Ambiente. Prima il G20 di Roma poi la Cop26 di Glasgow hanno sancito, con alcune differenze di vedute non trascurabili tra nazioni, che la transizione ambientale è un processo irreversibile e urgente per la salvezza del pianeta. Se ne sono accorti proprio tutti, dall’America di Biden alla Cina di Xi, che in queste ore trattano sui livelli di emissioni di abbattere entro i prossimi anni. Chi stenta ad accorgersi che il mondo è cambiato e va morendo sono i nostri amministratori locali. Faticano davvero a capirlo. Si muovono come se la questione ambientale quasi non esistesse e come se fosse affare che riguardasse solo i grandi della Terra.
Ce ne siamo accorti, che siamo indietro anni luce, quando è arrivato nel consiglio comunale di Cinisello Balsamo un pacchetto di proposte (avanzate dalle opposizioni) sul verde pubblico, nei fatti uno dei maggiori alleati contro le emissioni di Co2. In pratica la proposta è improntare un piano strategico del verde e della forestazione urbana e di rivedere il regolamento del verde pubblico e privato. Una cosa del tutto ragionevole e utile a tutti. Ma la proposta è stata bocciata senza appello né una discussione approfondita. La giunta (Lega+Fratelli d’Italia) l’ha rimandata al mittente, grazie al voto di una robusta maggioranza in aula. Si dirà che l’iniziativa del centrosinistra sia stata organizzata per coprire di critiche e attacchi l’azione lacunosa del centrodestra in tema di ambiente. E che quindi il naufragio delle proposte era già scritto prima ancora che fossero presentate. Il muro contro muro della politica, insomma.
Ma se anche fosse vero, non si può trascurare la quasi totale assenza di provvedimenti del sindaco e della giunta per affrontare l’emergenza ambiente. Così la questione delle questioni, declinata su scala locale, rimbalza come una pallina nel flipper tra indifferenza, qualche alzata di spalle e le risatine compiaciute di chi definisce “gretini” i giovani ambientalisti seguaci della Thunberg. D’altra parte destra e sovranisti in tutto il mondo tendono a negare che esista persino il cambiamento climatico.
L’occasione di discutere nuove manovre per mitigare emissioni e inquinamento anche a Cinisello e di farlo insieme, al momento è andata perduta. Mentre oltre agli alberi da piantare e il verde da curare ci sarebbe anche da introdurre una massiccia operazione-clima sul patrimonio edilizio esistente. L’efficientamento energetico delle case, dei palazzi pubblici e privati dovrebbe essere una grande scommessa non solo del governo, che ha introdotto il Superbonus 110% ma anche delle autorità locali. Per il momento non si vedono piani strategici degni di nota e nemmeno sinergie tra comuni limitrofi. Si va avanti come si potesse prolungare all’infinito una transizione che invece ha bisogno di risposte immediate ed urgenti. Sparita quasi completamente dall’agenda comunale è anche la rincorsa alla liberazione definitiva dalla plastica. Se n’è parlato a lungo, negli anni scorsi proprio in consiglio comunale.
Sono stati presentati e votati ordini del giorno per limitare l’uso della plastica monouso tra i cittadini. Per incentivare i commercianti a farne a meno. Si è parlato e parlato. Ma poi la plastica è ancora lì un po’ ovunque e non sembra ci siano progressi rilevanti. Poco o nulla si vede anche sul fronte della mobilità. Un esempio su tutti: le colonnine di ricarica elettrica per le auto sono ancora molto poche in città. Eppure ce ne sarebbe un grande bisogno. Tutto questo mentre da Glasgow ci dicono che non c’è più tempo da perdere. Qui, a Cinisello invece, ce la prendiamo troppo comoda nel silenzio di molti e nell’immobilismo di certa politica.