Il comune fuori dal predissesto. Esulta il sindaco, ma per il PD è “solo propaganda”
La Corte dei Conti ha sancito l’uscita dal predissesto (la procedura di riequilibrio finanziario al fine di ampliare le possibilità per gli enti locali di correggere gli squilibri finanziari ed evitare le conseguenze negative della dichiarazione di dissesto) del Comune di Sesto San Giovanni. La Sezione regionale di controllo per la Lombardia ha accertato la completa attuazione del piano di riequilibrio finanziario pluriennale adottato dal Municipio di Sesto San Giovanni, con deliberazione di Consiglio comunale del 22 dicembre 2020, e il conseguimento dei programmati obiettivi di riequilibrio. La Corte ha dato “valutazione positiva circa il raggiungimento del riequilibrio finanziario”.
“È una notizia fantastica – ha commentato il sindaco Di Stefano – che premia il grande lavoro svolto per risanare i conti dell’ente”. “Abbiamo ereditato – aggiunge il sindaco – una città con 26 milioni di buco di bilancio e 14 milioni di debiti verso i fornitori. In largo anticipo rispetto ai piani di rientro trentennale e decennale siamo riusciti a deliberare la chiusura in quattro anni mettendo in equilibrio il bilancio e mettendo in sicurezza tutti i servizi senza mai sospenderli”.
Il PD risponde: “La campagna elettorale non si è ancora aperta ma possiamo già vedere i “non argomenti” con cui il Sindaco intende convincere i sestesi a dargli fiducia per un secondo mandato. Ricordiamo che è stato questo Sindaco a chiedere al Consiglio Comunale di votare il predissesto: chiudere un piano trentennale in quattro anni, stranamente proprio 5 mesi prima delle elezioni, conferma che tutte quelle dichiarazioni altro non erano che una strategia montata ad arte per attaccare le altre forze politiche, ma soprattutto per mettere pesantemente le mani nelle tasche dei sestesi” Continua: “Ad oggi abbiamo una città che è diventata poverissima di servizi, una tassazione pesantissima e tante, troppe famiglie, che sono lasciate sole nelle loro difficoltà. Per reinventare Sesto c’è bisogno non di slogan, ma di concentrarsi sulle persone e di offrire risposte ai loro bisogni”.