Cinisello perde un pezzo di storia. Se ne va Felice Riccardi
Il 24 maggio aveva compiuto 86 anni. Felice Riccardi, cinisellese, uomo delle Istituzioni, dell’associazionismo e della cooperazione, è scomparso ieri 30 luglio. Con lui se ne va un pezzo di storia della città, che lo ha visto protagonista nelle varie fasi del suo sviluppo.
Attualmente era presidente onorario della locale sezione dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), dopo esserne stato per moltissimi anni il presidente. Era molto legato all’ANPI, alla sua storia e ai suoi valori. La sua vita, e così il suo impegno nell’Associazione, erano tesi alla costante valorizzazione dell’antifascismo, della lotta di Liberazione e dei valori fondativi della nostra Repubblica. L’ANPI locale era stata costituita nel giugno del 1945, insediandosi dal settembre successivo nel salone sotterraneo dell’ex palazzo dell’ECA in via XXV Aprile. Prima di lui erano stati presidenti, tra gli altri: Antonio Longo, nome di battaglia Mario, già comandante del distaccamento della 119^ Brigata Garibaldi SAP Quintino Di Vona, Giovanni Sambruna, Cesare Caimi, Dorino Zanga, Erminio Grimoldi. Ho avuto il privilegio di affiancare Felice Riccardi per molti anni come vice presidente del Comitato di Sezione. Ne ho apprezzato l’autorevolezza grazie alla quale l’Associazione ha sempre rappresentato, a livello locale e non solo, un punto di riferimento per tutti i cittadini democratici. Da lui ho imparato molto e sono sempre stata supportata nell’organizzazione di nuovi progetti, perché Riccardi aveva la capacità di cogliere subito il valore e l’importanza dell’innovazione. Non posso dimenticare la sua presenza costante e professionale nel seguire ogni anno il cerimoniale per l’organizzazione della Festa della Liberazione; questo suo impegno è stato per noi, che lo abbiamo supportato, una vera scuola. E non dimentico nemmeno la sua volontà di essere sempre presente a tutte le iniziative, anche quando la salute cominciava a vacillare. Ricordo con commozione quanto fosse generoso nell’elogiare il lavoro degli altri, spronandoli a proseguire sulla strada intrapresa.
Voglio ricordarlo attraverso le parole di alcuni che negli anni lo avevano intervistato, restituendoci di Felice Riccardi l’immagine di un uomo onesto, impegnato e coinvolto in tutti gli aspetti della vita cittadina.
Il primo a intervistarlo fu Emilio Zucca (da poco scomparso) che, con Riccardi, fu membro per anni del Comitato di Sezione dell’ANPI: “La mia famiglia, di origine contadina, cinisellese puro sangue, aveva tradizioni socialiste e di sinistra, a partire da mio nonno materno, Giovanni Pirovano, socialista dal 1892 e da mio padre, Piero Riccardi, iscritto alla cellula clandestina del PCd’I de La Previdente dal 1936, l’anno della Guerra di Spagna. Ho sempre considerato l’unità delle forze di sinistra e quella tra i comunisti, i socialisti e i democratici di sinistra la stella polare della mia vita. Mi ha certamente aiutato in questo anche l’aver vissuto direttamente, come giovane socio e lavoratore, l’esperienza cooperativa, visto che a 13 anni sono stato assunto – era l’ottobre 1949 – dalla Cooperativa di Consumo de La Previdente e lì sono restato come commesso fino al 1970, quando è avvenuta la fusione con altre Cooperative nell’Unicoop Lombardia. La frequentazione domenicale del Circolo e la conoscenza diretta degli altri membri del Direttivo socialista (Luicingoli, Sancinelli, Biolcati e poi Labadini) avevano avuto una precisa influenza politica su di me. Per un certo periodo fui anche il responsabile dell’organizzazione giovanile locale, i Falchi Rossi (assimilabile ai famosi Pionieri della Gioventù Comunista) che diventeranno più tardi la FGSI, del cui circolo di Cinisello sono stato segretario dal 1955 al 1958, quando passai al direttivo del partito. Ricordo che una domenica mattina dei primissimi anni Cinquanta, nel corso di una riunione del Comitato cittadino della pace, noi Falchi Rossi ricevemmo dal sindaco Viani una bella bandiera arcobaleno, simbolo del movimento pacifista, ‘per il contributo dato dai giovani socialisti di Cinisello Balsamo all’iniziativa di raccolta delle firme e di diffusione dell’Appello per la pace e il disarmo’. ”
Di Riccardi scriveva anche il nostro redattore Ivano Bison per la Cooperativa Edificatrice Matteotti: “Fu oggetto, involontario, di una polemica sollevata dalla Curia sul Corriere della Sera nel 1975, dopo una dichiarazione di don Bruno Baj che lamentava l’assenza dei giovani ‘che vengono in chiesa solo per regolarizzare le unioni’. Succedeva in quegli anni che Riccardi, assessore, moltiplicasse di anno in anno il numero di matrimoni civili celebrati in Comune, segnando, oltre a un suo record personale, anche il cambiamento di un costume che si andava laicizzando.” – “Il suo vincolo morale è stato vissuto come impegno politico, sempre dalla parte dei più deboli e basandolo sulla giustizia sociale. Del tutto disinteressato, rappresenta la continuità, insieme a pochi altri nella nostra città, di quella generazione che, formatasi nel primissimo dopoguerra, ha ancora oggi la forza per segnare una presenza attiva e convinta. La cosa pubblica, l’interesse per la collettività, la sua emancipazione dal bisogno, lo sforzo dell’unità, sono valori che hanno informato tutta la sua vita. Associazionismo e volontariato, tutto per gli altri e tutto nell’ambito della nostra città. Così è fatto, Felice Riccardi.”
Il 29 settembre 2010, per il nostro giornale, lo incontrò Floriana Liuni in occasione del conferimento dell’onorificenza cittadina Spiga d’Oro. “È emozionato nel ricevere questo premio?” – “Nella mia vita ho fatto parecchie cose e sono stato sempre molto equilibrato, quindi le emozioni non sono mai esagerate. Solo ora, che comincio a invecchiare, un po’ mi emoziono quando parlo in pubblico. Più che altro sono soddisfatto per il riconoscimento al lavoro di tutta una vita. Ho sempre fatto del mio meglio per soddisfare le aspettative dei cittadini, soprattutto quelli più in difficoltà. Ho sempre vissuto in mezzo alla gente e voglio continuare a farlo. Anche se sono comunista, ho sempre avuto buoni rapporti con il cardinale Colombo e conservo anche diverse sue lettere.” – “Lei ha una moglie con una grande pazienza. Che dice la signora della sua vita impegnata?” – “Guardi, noi non abbiamo ancora fatto il viaggio di nozze. Eravamo andati a Firenze nel 1966 e dopo tre giorni c’è stata l’alluvione. Poi io sono andato a un convegno a Riccione e il viaggio è rimasto in sospeso fino a oggi.”
Sempre in occasione dell’onorificenza cittadina, scriveva di lui, sulla rivista di UniAbita, Luigi Seveso: “Forte il suo impegno sociale e il suo coinvolgimento nell’associazionismo locale e nella vita delle cooperative. Si tratta di un impegno profuso in tanti anni con esemplare modestia, accompagnata da doti di grande disponibilità umana e civile nei confronti di tutti. Il movimento cooperativo ha rappresentato, e tuttora rappresenta, per Riccardi un modello di partecipazione sociale, civile e politica per cui vale la pena dedicare tempo, intelligenza e capacità. La cooperazione lo ha visto fin da ragazzo sempre presente, partecipe e attivo; figura di limpida moralità e trasparenza.”
Grazie Felice Riccardi per esserti prodigato per tutta la tua vita per la nostra città. Grazie per aver lasciato come eredità morale i tuoi valori di solidarietà, democrazia e giustizia sociale.
Alla moglie, alla figlia e ai nipoti, esprimiamo sentite condoglianze da parte di tutta la redazione del nostro giornale.
Per chi volesse dare l’ultimo saluto a Felice Riccardi, lunedì 1 agosto, dalle ore 10 fino alle ore 16, sarà allestita la camera ardente nell’Aula Consiliare in via XXV Aprile. Il funerale si terrà alle ore 16.30 presso la chiesa di Sant’Ambrogio ad nemus in piazza Gramsci.
Felice Riccardi
Nato a Cinisello Balsamo il 24 maggio 1936, iniziò a lavorare molto giovane, nel 1949, a 13 anni, fu assunto come commesso presso la Cooperativa di consumo de La Previdente.
Alcuni tra i tanti incarichi da lui svolti
Nel 1954, a soli 18 anni: membro del direttivo nazionale del Silcoop (Sindacato Italiano Lavoratori Cooperative).
Dal 1964 al 1974: membro del direttivo provinciale della Federazione Italiana Lavoratori Commercio, Alberghi, Mense e Servizi.
Iscritto da sempre all’ANPI, per moltissimi anni presidente della locale sezione e negli ultimi anni presidente onorario.
Membro dell’AIDO (Associazione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule) di Cinisello Balsamo, orgoglioso di essere il possessore della tessera numero uno.
Dal 1968 al 1970: presidente della Cooperativa di Consumo Giacomo Matteotti (contribuì allo sviluppo della bocciofila). Membro del Consorzio Il Sole, di AuPreMa e Corbac – sviluppo consorzio regionale Cooperative di Abitazione. Membro del Consiglio di Amministrazione di Coop Lombardia.
Dal 1955 al 1958: segretario della Gioventù Socialista cinisellese.
Dal 1960 al 1964: segretario cittadino del PSI (Partito Socialista Italiano).
Dal 1964 al 1972: nel PSIUP (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria).
Dal 1972: nel PCI (Partito Comunista Italiano).
Incarichi istituzionali
Nel 1967: eletto consigliere comunale per il PSIUP.
Nel 1970: eletto consigliere comunale per il PSIUP.
Dal 1971: assessore supplente alla Polizia Urbana e Annona.
Nel 1975: eletto consigliere comunale per il PCI.
Dal 1977: assessore alla Polizia Urbana, Annona, Servizi Demografici – Lavori Pubblici Manutenzione, Servizi Tecnologici e relativi Consorzi o Enti.
Dal 1978: assessore anziano.
Dal dicembre 1977 al maggio 1979: vice sindaco.
Dal 3 maggio 1979: sindaco, in sostituzione di Enea Cerquetti, candidato alla Camera dei deputati nelle liste del PCI.
1980: eletto consigliere comunale per il PCI.
Dal 1981: assessore al Personale, Polizia locale, Servizi demografici, Affari Generali, Case popolari.
1985: eletto consigliere comunale per il PCI.
1990: eletto consigliere comunale per il PCI.
Dal 1995 al 2000: eletto consigliere della Circoscrizione 1.
Dal 2000 al 2005: presidente della Circoscrizione 1.
Riconoscimenti
In occasione delle celebrazioni del 40° anniversario della Repubblica il Comune gli conferì la Medaglia d’Oro per il suo intenso e continuo impegno politico.
Nel 2010 l’Amministrazione comunale gli conferì la massima onorificenza cittadina, la Spiga d’Oro, con le seguenti motivazioni: “Cinisellese, classe 1936, uomo delle Istituzioni, rappresenta un pezzo di storia della nostra città. Ha ricoperto, infatti, a partire dalla fine degli anni Sessanta, numerosi incarichi istituzionali, impegnandosi profondamente nel processo di sviluppo e di crescita della nostra città. Forte il suo impegno sociale e il suo coinvolgimento nell’associazionismo locale e nella vita delle cooperative. Un impegno profuso in tanti anni con esemplare modestia, accompagnato da doti di grande disponibilità umana e civile nei confronti di tutti. Felice Riccardi costituisce un esempio di cittadino al servizio della città: impegnato per la realizzazione del ‘bene comune’ e attivo nella vita politica, sociale e culturale cinisellese.”