Francia già oltre, Messi resuscita i suoi
Ricompare l’Argentina, poggiando su Leo Messi, il suo eterno campione. In una partita giocata male, con i nervi scoperti e attraverso modalità tattiche davvero estemporanee, l’albi-celeste ha ottenuto ciò che voleva: ripresentarsi, sebbene con ritardo, allo start per il passaggio agli ottavi.
Messi ha segnato un gol dei suoi:una rasoiata a filo d’erba e pallone fissato all’angolo troppo lontano per il messicano Ochoa. Il resto lo ha fatto Enzo Fernàndez, giocatore del Benfica entrato al posto di uno spento Lautaro. Adesso il gruppo C è davvero un rebus (Polonia 4; Arabia e Argentina 3; Messico1) che si scioglierà solo all’ultima gara. Il tutto mentre la Francia svolge il compito mettendo la briglia alla Danimarca ( 2-1) e guardando già agli ottavi. Ancora Mbappè, al solito, questa volta con una doppietta.
La giornata si è aperta con la vittoria dell’Australia. La Tunisia, presentatasi piena d’orgoglio ha pagato il peso di sentirsi favorita e non ha azzeccato nulla. Gli australiani, con merito, possono godersi i primi 3 punti acquisiti mediante una condotta accorta e senza molti rischi: 1-0, rete di Duke.
Nel primo pomeriggio erano di scena Arabia Saudita e Polonia.
La squadra allenata da Erve Renard, confermando tutto il proprio valore (aveva battuto l’Argentina) ha gestito la gara quasi per intero. Quasi … poiché nel calcio sono importanti le trame di gioco ma lo sono anche le conclusioni. In pratica dopo fitti palleggi e incursioni da ogni lato degli arabi a vincere è stata la Polonia (2-0) in virtù delle reti messe a segno da Zelinsky e Lewandowsky. L’Arabia ha invece trovato un ostacolo insormontabile in Szczesny. Il portiere della Juventus ha parato un rigore (regalato dall’arbitro) e ha compiuto un miracolo sulla ribattuta. Bene anche Milik, autore di un colpo di testa stampatosi sulla traversa.
Facciamo adesso qualche esercizio di ginnastica mentale e alleggeriamo la tensione.
“La pratica vale più della grammatica” è un vecchio detto tuttavia, a volte, se ne abusa. Perciò ci concediamo una piccola raccolta di perle senza senso dei telecronisti e addetti alle varie opinioni inviati in Qatar dalla Rai. Pronunciare frasi prive di valore informativo se non addirittura fuorvianti non è così grave, purché l’autore non sia un cronista.
Vediamo:
1 “Esce fuori …”
2 “Entra dentro al campo …”
3 “Attacca lo spazio … morde lo spazio …”
4 “Parla con la panchina … si alza tutta la panchina … la panchina reclama …”
5 “Il giocatore è riuscito (sic) dall’area di rigore … “
6 “Cross da metà campo …”
7”E’ un interbase di centrocampo …” come si trattasse di baseball. Diceva Gianni Brera “… è il gioco della lippa, solo un poco più scientifico”
Cose di questo genere se ne sentono, a decine, in ogni gara.
Aggiungiamo che dagli esperti di calcio ci verrebbe più sobrietà anche nei giudizi tecnici, specialmente se lo hanno praticato e conoscono quanto elevato sia il rischio di essere smentiti, solo un attimo dopo. Un esempio? Antonio Cassano che afferma, perentorio: “Richarlison è una pippa!” e il centravanti brasiliano segna una doppietta, con l’aggiunta di un gol in splendida e volante girata.
Le partite di oggi: Giappone-Costarica; Belgio Marocco; Croazia-Canada e grande serata con Spagna-Germania.