Tra i palazzoni e l’autostrada sepolta. “La scuola è la vita del quartiere”
Il silenzio di metà mattina del quartiere è sporcato da una leggera ma persistente vibrazione di fondo. L’autostrada scorre nel ventre della città, come sepolta da un’opera ingegneristica d’eccellenza, eppure è viva, scalpita da sottoterra. E ricorda che qui, alla Crocetta, il problema è prima di tutto lei, l’arteria più trafficata d’Italia e il suo carico di aria inquinata e rumori. Sarà per questo motivo che Regione Lombardia ha assegnato 15 milioni di euro al comune di Cinisello Balsamo per tentare di rigenerare il quartiere.
Un gruppo di studenti del Politecnico è in giro a fare domande ai pochi passanti sulla qualità della vita e la presenza massiccia di residenti di origine straniera. Perché questo è l’altro grande problema: la difficile integrazione dei tanti gruppi etnici che rappresentano ormai la maggioranza dei residenti. Ma gli studenti non sono a conoscenza del progetto Entangled (letteralmente significa intrappolato) che sta per investire l’intero quartiere.
Per fare spazio tra i tanti palazzoni, tirati su senza troppa cura estetica all’epoca del boom industriale in poche centinaia di metri quadri, la giunta di centrodestra propone, tra le altre cose, di abbattere il centro scolastico Anna Frank, trasferendolo in un altro quartiere, per far spazio ad una nuova piazza. Che sarebbe la continuità del grande attraversamento sopraelevato appena aperto. “Speriamo che la scuola resti dov’è perché è radicata qui da anni, è un servizio insostituibile per i bambini del quartiere e sarebbe un errore sposatarla altrove”, afferma un insegnante che incrocio all’ingresso della Frank, che è anche sede del consultorio. “Forse riusciamo a convincere il sindaco. Lo abbiamo visto nei giorni scorsi e sembrava aperto al confronto”, continua il professore.
Lo saluto e provo a fare una foto all’istituto di forma cubica, sovrastato da altri palazzoni. Intrappolato, appunto. Ho il sole contro e non viene un granché. Mi sposto sulla nuova piazza che sta proprio sopra l’autostrada. Da lì la sensazione è un’altra. Sembra che il quartiere si sia finalmente liberato dalla stretta di palazzi e asfalto. Un giovane cinese spinge la sua bambina sulla nuova altalena del play ground. “Mi piace qui”, sorride in un italiano poco sicuro. “Pomeriggio, dopo la scuola, tanti bambini, giocare insieme. Bello questo parco”.
Sono i bambini che escono proprio dall’istituto omnicomprensivo Frank, qui davanti, dove insegnano col metodo Montessori. “E’ un’eccellenza”, spiega una pensionata che incontro poco distante. Se ce la tolgono sarebbe un disastro. Ci va mio nipote e per noi avere la scuola vicino casa, in un quartiere che offre poco altro, significa la vita. Non è uno sfizio, mi creda, ma la vita”.