La tragedia di Cutro irrompe in scena. Le pièce sui migranti fa il pieno di applausi
di Carla Tanzi
Venerdì 17 Marzo, all’auditorium Falcone e Borsellino de Il Pertini è andato in scena, in una sala
gremita di spettatori, lo spettacolo “Nessuno mette i suoi figli su una barca a meno che l’acqua non
si più sicura della terra”. Attraverso canti, poesie e brevi monologhi sono state raccontate storie di migranti, viaggi della speranza, la ricerca di una vita migliore.
Storie di persone che credendo in un sogno abbandonano le loro città, i luoghi conosciuti, le
amicizie, per inoltrarsi verso un destino ignoto, un paese lontano, la voglia di riscatto, con in tasca la
sola buona volontà e una foto di famiglia. Storie di migranti Italiani, quelli dei lunghi viaggi dal Sud verso il Nord Italia o l’ambita America e storie di migranti provenienti da paesi più lontani, oltre oceano, al di là del mare. Storie simili, che si intrecciano e si alternano.
Undici anime si sono alternate sul palco, donne, uomini e giovani ragazzi che mimando hanno reso il
tutto più vero e struggente. Pochi sono gli spettatori che non sono usciti da quella sala accompagnati
da un brivido. Rosaria Distefano, una donnina di 76 anni, Regista e Interprete, diventa un gigante dietro a quel microfono e trasmette a chi l’ascolta passione, sofferenza e generosità.
L’idea dello Spettacolo è nata nel 2019, i testi sono frutto di un lavoro corale del gruppo a cui Rosaria
ha aggiunto le poesie, le canzoni e le struggenti testimonianze lette ed interpretate. La tragedia del naufragio a Steccato di Cutro, in cui hanno perso la vita 88 persone, aggiunge allo spettacolo il peso della realtà. Uomini, donne e bambini a cui molti dei quali non sarà neppure possibile dare un nome.