Dopo 69 anni e tanto lavoro chiude l’arrotino di Cinisello
di Manuela Irma Rotondo
Stampato nella nostra mappa della memoria, abbiamo l’arrotino, l’affilatore di lame e ripensiamo alla voce “Signore, è arrivato l’arrotino! L’ombrellaio!!” Con dell’acqua gocciolante affilava coltelli da cucina, forbici e riparava anche i meccanismi di apertura e chiusura degli ombrelli. Poi, la bicicletta e poi ancora al camioncino, girovagando.
Questo mese è l’ultimo per l’attività di “Arrotino” negozio di Via Cavour a Cinisello Balsamo. Per 69 anni è’ stato il nostro arrotino. Mauro Compostella, 70 anni, sente l’ ora di fermarsi. L’attività non è più remunerativa: le tasse sono superiori agli incassi e la burocrazia non si limita più ad un permesso in carta bollata.
Ci vuole la Pec anche per “chiudere”. Avrebbe volentieri assunto un extracomunitario come lavorante ma oggi giorno la competizione è data da macchinari con meno professionalità. Suo padre, Stefano, originario di Mortaso di Spiazzo Redenai, Trentino. Aprì la Bottega Storica nel lontano ’54 quando Mauro aveva appena un mese. Da lui ha imparato ilmestiere. Ha cominciato a 13 anni “il piscinin”, come hobby. Poi a 17 si iscrisse all’artigianato. La via Cavour era un acciottolato.
La domenica dal portone il Mauro bambino vedeva i cavalli passare che andavano ad abbeverarsi in Piazza Gramsci, dove c’erano le giostre e, in fondo alla via Cavour, la via Colombo con gli orti della Previdente. Il Mauro ragazzo frequentava l’oratorio San Luigi e giocava a calcio nella Stella Azzurra.
Sua madre, nata nel 1930, abitava a Lissone e con Stefano frequentò le scuole. Anche suo padre era arrotino. Fu lui che gli suggerì di aprire in Cinisello, dove grazie all’industrializzazione, avrebbe potuto espandere l’attività. La sorella di Mauro, Luisa, infatti, trovò lavoro alla GBC. Quando Stefano morì, molto giovane, madre e figlia si stabilirono in montagna. Mauro allora prese ufficialmente in mano l’attività di famiglia.
Il ricordo più caro per Mauro è quando nella bella stagione lo vedevate sorridente seduto sul gradino difronte al civico 1, a fare due chiacchiere con i passanti e abitanti della zona che scherzando gli chiedevano “quant’è per il passaggio?”. Se vi capitasse di andare a Madonna di Campiglio, ad una delle fiere dell’artigianato, lo trovereste con il carretto di una volta.
Un’affilatura di un coltello costava mille lire, oggi sarebbe 1,50 €. E se passa per strada, magari in auto, un misterioso “arrotino” e vi chiede 10€ sappiate che è un furto! Ora l’affilatura come attività non esiste più. Se si vuole restare aperti è necessario rinnovarsi e il locale non è più idoneo, andrebbe ristrutturato. Il negozio è in affitto dalla famiglia Tagliabue, nome storico di Cinisello.
Ci tiene a ringraziare tutti i cinisellesi e balsamesi che negli anni lo hanno conosciuto, i vari amministratori e impiegati comunali che gli hanno concesso la licenza. E noi gli auguriamo una meritata pensione.