22 Novembre 2024

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

Tanto lavoro e zero polemiche: Ghezzi rilancia il centrosinistra

Pare che la campagna elettorale che si avvia alla conclusione gli somigli parecchio. Poco caotica, dai toni equilibrati, con pochi colpi bassi dall’una e dall’altra parte. Luca Ghezzi è arrivato alla tavola del centrosinistra sul fotofinish, apparecchiata in fretta e furia per provare a strappare Cinisello Balsamo alla destra. E in pochi giorni ha saputo sedersi a capotavola dando l’impressione che un eventuale passaggio di consegna dell’amministrazione nelle sue mani non sarebbe poi una cosa tanto stravagante. Anzi. Calmo e misurato, Ghezzi evita le polemiche e non risponde ai richiami della foresta, alle provocazioni degli avversari.

Quando il sindaco Giacomo Ghilardi, durante l’apertura in pompa magna della sua campagna, afferma in tutta sicurezza che vincerà al primo turno, quasi senza curarsi di avere un avversario e del fatto che il PD è comunque e ancora una volta il primo partito in città, Ghezzi sta distribuendo pasticcini agli amici che animano il suo comitato elettorale e non fa una piega ma tira dritto: “Serve più partecipazione dei cittadini”.

Quando un senatore cinisellese di Fratelli d’Italia fa riferimento al centrosinistra che inseguirebbe a suo dire “lo scemo del villaggio di turno”, in molti pensano si tratti di un brutto strattone ai danni di Ghezzi (il senatore in questione ha precisato che si riferiva ad altro). Ma lui, il candidato del centrosinistra, non ha nemmeno voluto pensarci un minuto a quella polemica. Ha preferito farsi un giro a Sant’Eusebio, quartiere al centro delle attenzioni securitarie della destra, dove le associazioni sono state di fatto lasciate sole ad affrontare un grande bisogno di socialità e inclusione. Insomma, tirarlo in mezzo è pressocché impossibile.

Luca Ghezzi è uno che non molla e non agita le acque. Già vicesindaco, ha trascorso gli ultimi 5 anni nei banchi dell’opposizione, cercando di farla a modo suo, senza urlare ma andando al sodo. Preferisce evitare i lunghi discorsi, quando c’è l’occasione di stare in mezzo alla gente affronta i temi uno alla volta, con la consueta calma. Non è uno da emozioni forti o da comizi infuocati. Lo sa, si conosce e per questo ha impostato tutto secondo la sua natura, senza cambiare abito a seconda del pubblico che incontra. Con la saggia convinzione che sia meglio mostrarsi per ciò che si è agli elettori piuttosto che tentare di prenderli per il naso. “Zitto zitto potrebbe anche farcela”, sghignazzano i vecchi compagni rimasti aggrappati al PD dai tempi del PCI. Uno così, provenienza cattolica e oratoriana, lo guardano con la dovuta diffidenza. Eppure comincia a piacere anche tra le anime più a sinistra, tra i dem più radicali del nuovo corso fino ad arrivare ai civici rossi de La Città Giusta e agli ambientalisti. Nel suo programma c’è grande spazio per una rigenerazione urbana che sia rispettosa della sostenibilità. Così come presta una grande attenzione ai temi sociali: cura degli anziani, dei fragili, attenzioni ai bisogni di una città che invecchia ma allo stesso tempo progetti di integrazione, di socialità con l’educazione e la scuola al primo posto.

“Serve riaccendere buone aspettative tra i cittadini, ricostruire i legami spezzati con le istituzioni”, ama ripetere. Se venisse eletto lo attende il compito, immane, di riagganciare la fiducia dei tanti residenti dimenticati dei quartieri periferici. Provare a riattivare la partecipazione partendo forse dal progetto più discusso che riguarda la Crocetta. Dove soltanto l’ipotesi dell’abbattimento della scuola Anna Frank sta facendo muovere comitati e associazioni. E dove anche il sindaco Ghilardi, dall’alto della sua baldante sicurezza, rischia di rimetterci consenso e credibilità.

Redazione "La Città"

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