La sorpresa Cairo. Il trionfo del sindaco silenzioso
La vera sorpresa di queste elezioni comunali nel Nord Milano è Simone Cairo. Il sindaco di Bresso ha vinto largamente al primo turno sull’avversario di centrosinistra Antonio Galliano. I numeri in percentuale parlano chiaro: 64,7 a 35,2 con il caso della lista personale di Cairo che tocca il 36,6% dei consensi, diventa primo partito e materiale di studio per gli appassionati.
Su tutto, come da altre parti pesa l’astensione generalizzata. A Bresso vota la metà degli aventi diritto ed è un aspetto non secondario che condiziona esiti e strategie. Tuttavia la vittoria così rotonda del sindaco uscente riesce ad oscurare il tema ingombrante della diserzione al voto. Ed era dai tempi del sindaco Giuseppe Manni, (DS e poi PD) che non si vedeva un tale plebiscito in città.
Cosa assai misteriosa per molti osservatori. Perché Manni era conosciuto e stimato trasversalmente per un carattere allegro e propositivo mentre Cairo sembra molto più riservato e defilato. Eppure nei cinque anni di amministrazione ha saputo costruire relazioni significative soprattutto tra volontariato e parrocchie. E cementare un elettorato “civico” di stampo moderato, da sempre caratteristica della maggioranza del corpo elettorale bressese, che prescinde dai partiti, visto che le principali forze di coalizione, Fratelli d’Italia e Lega, si fermano rispettivamente al 14,3% e 8,3%.
Eppure i problemi di Bresso sono molti e visibili. La grande incognita del peso che il cantiere della metrotranvia avrà sulle attività economiche e sulla vita dei residenti si pensava che avrebbe condizionato il voto. Forse lo ha fatto ma a favore del sindaco uscente. Oppure la chiusura della piscina comunale, unica nella zona a non essere riuscita a riaprire dopo il covid. L’avversario Galliano ha putato molto su questa vicenda, cercando di smuovere l’interesse dei bressesi, che evidentemente erano impegnati a pensare ad altro.