La sconfitta della sinistra-sinistra. Le divisioni non pagano
di Ivano Bison
Lo schieramento di centrosinistra a Cinisello Balsamo, crediamo abbia molta materia da analizzare dopo aver subito la dura sconfitta dalla destra. Se dalla parte dei vincitori non arriva alcuna lezione da seguire, bisognerà comunque offrire uno sguardo al momento che la sinistra, intesa nelle sue componenti più in evidenza, sta localmente attraversando. Cioè a dire: “Città Giusta” e “Allenza Verdi- Sinistra”.
Sono formazioni nelle quali militano componenti assai conosciuti e non poco apprezzati sul piano personale, per esperienza e serietà. Uscendo dalla rituale filippica da infliggere, in questi casi, al Partito Democratico (sul quale sarebbe quantomeno ingeneroso e fuorviante riversare tutti gli oneri della sconfitta) ci chiediamo se anche la sinistra non abbia qualcosa da rimproverarsi.
Come sempre accade è costume dare importanza ai seggi, tuttavia non è questo il punto. Non avendo molta pratica di numeri non segnaliamo i risultati emessi dalle urne ma osserviamo che le due componenti, Città Giusta e Verdi-Sinistra, se non in solitaria potevano ottenere un buon viatico per cogliere l’opportunità di contare assai di più nel panorama politico cittadino.
Potendo formulare alcune domande ci piace chiedere: considerato il microcosmo politico locale, esiste la possibilità di evitare che si perpetui un isolamento di fatto? La sinistra cinisellese sarà intenzionata a proseguire nell’andamento “di posizione”? Secondo voi, andrebbe superato (restando ferme le linee nazionali che nessuno è disposto ad annacquare) lasciandosi coinvolgere in un ampio lavoro progettuale?
Ciò sarebbe praticabile, insieme alle altre componenti storicamente di sinistra presenti nella nostra città, lavorando su contenuti di interesse e taglio locale? E per ultimo: apparirebbe così scandaloso e “decolorante” se intelligenze diffuse si mettessero insieme per offrire nel futuro una diversa visione della città?
Così a naso, appaiono addirittura tragitti indispensabili. Specialmente con l’ondata di nuovi volti che si sono affacciati nel nostro campo. Sono essenziali la velocità di pensiero e le capacità progettuali da formulare nei confronti dei cittadini che non votano e verso chi chiede un modo di fare politica meno asfittico e fuori dall’uscio di ogni bottega. Servono l’umiltà dei compagni e non la sommatoria delle sigle. Ad ogni boria di partito andrebbe posto il silenziatore per poter guardare avanti.
Evitando i comunicati stampa, esprimetevi con le vostre qualità propositive, date voce a chi e a cosa vi sta più a cuore. Spetterà e insistiamo su questo termine: “all’intellettuale collettivo” poi indicare la via a chi ha dalla sua l’organizzazione e la forza per portarle avanti.
Il nostro giornale si mette a disposizione non come “tribuna del parlamentino” ma in qualità di libera voce, aperta alla divulgazione di ogni contributo e riflessione.