120 anni fa la prima casa di cooperativa. E a Cinisello arrivò il progresso
di Patrizia Rulli
Quest’anno si celebra il 120° anniversario di UniAbita e mai come in questi giorni si comprende l’importanza della cooperazione, perché è soprattutto nelle grandi difficoltà che si coglie appieno il valore della solidarietà del mondo cooperativistico. Nei giorni dell’alluvione in Romagna è stato commovente ascoltare il racconto di Lino Bacchilega, direttore di CA.B.Ter.Ra di Piangipane, su come hanno evitato l’inondazione di Ravenna. Con il presidente Galavotti, ha preso una decisione dolorosa: "Il questore ci ha chiesto il permesso di tagliare l’argine e allagare i terreni dei nostri soci, per alleggerire la pressione dell’acqua. Ci siamo guardati negli occhi, ma sapevamo già che un rifiuto sarebbe stato una vergogna imperdonabile. I loro circa 200 ettari di terreno hanno iniziato ad allagarsi, consentendo così di salvare Ravenna. Le origini di CA.B.Ter.Ra, la prima cooperativa di braccianti della provincia di Ravenna, risalgono al 1888 quando fu costituita per strappare al mare e alla malaria le campagne della zona. Fu uno dei primi esempi del socialismo romagnolo.
“Salvare Ravenna” evoca la storia del comandante partigiano Arrigo Boldrini, nome di battaglia Bulow. Anch’egli salvò la città; altre circostanze, ma stesso spirito di sacrificio. Durante la Resistenza ebbe l’intuizione di sviluppare nel Ravennate una tattica di lotta plasmata sul territorio, definita pianurizzazione, che si appoggiava al mondo contadino. Il piano portò alla liberazione della città, evitando distruzioni e bombardamenti. Ancora una volta i braccianti, soprattutto quelli delle cooperative, furono protagonisti della storia. In quella terra la tradizione cooperativistica è molto sentita. Ravenna è la città di don Minzoni, oppositore del fascismo, morto nel 1923 a seguito di un’aggressione di squadristi. Anch’egli aveva promosso la costituzione di cooperative d’ispirazione cattolica.
Anche la nostra città ha una lunga storia legata alla cooperazione, volta al benessere e al miglioramento della vita dei lavoratori. “L’impegno di una vita per l’affermazione dei valori cooperativi”, queste le parole incise sul monumento funebre dedicato a Clemente Sala, fondatore e primo presidente della Società Anonima Cooperativa Edificatrice La Previdente. Sala, nato a Cinisello nel 1863, ferroviere, era un uomo semplice e instancabile, che profuse tutte le sue forze per la Cooperativa, costituita il 26 luglio 1903 a Cinisello, in un locale al pianterreno delle prime case, già in costruzione prima ancora della sua costituzione. Infatti, la cerimonia per la posa della prima pietra era avvenuta il 12 aprile, tra la strada del Ronco (via Villa) e la strada per Cusano (via Garibaldi).
La Previdente si proponeva di “acquistare terreni e costruire case d’abitazione per i lavoratori, e in genere tutto quello che è rivolto al benessere e al miglioramento della classe lavoratrice”. Collocata nell’alveo della tradizione socialista fondata sulla proprietà indivisa, si poneva nel contempo anche al servizio di coloro che non ne erano soci. Nello statuto era esplicita la connotazione classista; veniva affermato il diritto di diventare soci a “tutte le persone di ambo i sessi, purché maggiorenni e che appartengono alla classe lavoratrice; nonché a “tutte le istituzioni che si prefiggono il benessere della classe lavoratrice”. I primi 22 soci fondatori, prevalentemente contadini, operai e artigiani, tra cui alcuni esponenti del movimento associazionistico, avevano sottoscritto 171 azioni da 25 L., costituendo un capitale sociale di 4.275 L. Il primo fabbricato aveva le caratteristiche tipiche delle case di ringhiera; un edificio a due piani con appartamenti di due o tre locali e due servizi igienici in comune per piano, collocati sul ballatoio. Un lavatoio comune, coperto con caldaia per la bollitura dei panni.
Un importante ruolo di supporto alle cooperative giungeva dalla Società Umanitaria di Milano, nel cui statuto si legge: “Procurare mediante istituzioni cooperative, e altri analoghi provvedimenti o riforme, il miglioramento delle condizioni materiali dei lavoratori dei campi”. I propositi erano chiaramente enunciati: “Basta con la politica elemosiniera delle opere pie, meglio una sana previdenza improntata a fornire alle classi povere gli strumenti per il loro miglioramento materiale e morale”. I problemi erano molti: disoccupazione, analfabetismo, sfruttamento, diseguaglianze, diritti negati. “Fate voi – si legge sul giornale quindicinale “L’Umanitaria per i lavoratori dei campi” del 15 settembre 1906 – io sono qui per assistervi, tutelare i vostri interessi, per consigliarvi, per facilitare anche il credito; ma i sacrifici dovete solo voi farli, se volete muovere alla riscossa dei vostri diritti, con vera coscienza. Avanti!”. Il nostro Clemente Sala era ben conosciuto e apprezzato all’Umanitaria. Il 15 ottobre 1909 si legge sul quindicinale: “Clemente Sala, tutto raggiante, ci ha comunicato che la Cooperativa Edificatrice di Cinisello, che egli presiede con affetto di padre e con occhio vigile ed esperto di vecchio cooperatore, ha fatto un ulteriore acquisto di 20 (dico venti) pertiche di terreno! È così un’area di 27.000 metri quadrati di terreno che, in complesso, possiede l’Edificatrice di Cinisello, area tutta delimitata da strade e che si presta assai bene per la costruzione di abitazioni operaie. E grandi fabbricati già sono stati costruiti dalla Cooperativa; ma, la richiesta aumenta sempre, e la fame di case pulite, belle, comode e, relativamente, a buon mercato, mai si sazia.
Noi ci auguriamo di vedere (i nuovi terreni) presto coperti di maestosi fabbricati e di linde casette a tutto vantaggio e a bene esclusivo dei lavoratori di Cinisello. E sempre avanti, amico Sala!”. Nei primi anni del 1900, il movimento associativo si sviluppò anche attraverso la costituzione di circoli ricreativi, culturali e sportivi. Nel 1904, a Cinisello, fu inaugurato il Circolo Garibaldi, dove i soci potevano trovare uno spazio per trascorrere il tempo libero. Nel 1908 fu modificato lo statuto, consentendo l’apertura di uno spaccio alimentare. Non furono solo luoghi di partecipazione popolare, ebbero anche un ruolo economico significativo nel contrastare il carovita e le speculazioni nel campo del lavoro e del commercio dei prodotti alimentari e delle abitazioni. Ma l’istruzione e l’alfabetizzazione di operai e contadini era l’impegno più sentito.
Uno dei motti dell’Umanitaria era: “Non solo lavoro … anche la testa è un campo da coltivare”. E così moltissime furono le azioni per la diffusione delle Biblioteche popolari, considerate “le rotaie della civiltà”, delle Case del Popolo, delle scuole rurali. Anche la Cooperativa di Cinisello si muoveva in tal senso; si legge su “L’Umanitaria per…” del 15 maggio 1906: “Questa Cooperativa edificatrice La Previdente ha scritto all’Umanitaria per l’impianto di una Biblioteca popolare.
L’appello lanciato dall’Umanitaria ha dunque trovato un’eco anche da noi, e ce ne rallegriamo vivamente. Il movimento promosso per la diffusione dell’istruzione si va allargando. Anche gli orecchi degli operai, che sono i più sordi, rispondono all’appello. Questo significa che l’opera è buona e sentita. Avanti sempre!…”. Fu un iter lungo, ma il 15 aprile 1912: “La costituzione della Biblioteca […] procede celermente. Anche qui si sono dovute vincere le solite difficoltà: desiderio di tenerla ristretta ai soli soci dell’organizzazione[…]. A Cinisello si avrà la Biblioteca aperta a tutti, senza distinzione di partiti, e davvero superiore ad ogni divergenza politica e confessionale.
Cosicché è sperabile che essa possa raccogliere un buon numero di lettori tra il nostro popolo, il quale deve ormai aver capito quale importanza abbia l’istruzione pel miglioramento economico e civile”. La cooperazione prese avvio attorno alla seconda metà dell’Ottocento con la nascita delle Società di Mutuo Soccorso, a cui diedero vita forze sociali di ceto popolare per rispondere alla necessità di creare forme di solidarietà e di autodifesa nel mondo del lavoro. Rallentata l’attività nel corso della Grande Guerra e perseguitato durante il fascismo, il movimento cooperativo ne uscì in una situazione di estrema difficoltà economica e organizzativa. Ma, forgiato dall’esperienza della Resistenza che coinvolse molti soci, dopo la fine del conflitto ricostituì l’organizzazione antecedente fino ad arrivare alla realtà odierna.
La storia più che centenaria di molti circoli è portatrice di valori alternativi ai modelli socio-economici dominanti, spesso lesivi della dignità dell’Uomo. Una storia lunga più di un secolo che, a partire dai bisogni, continua a proporre un modello di sviluppo che si ispira ai valori di libertà, giustizia e solidarietà. La vicenda della Coop. La Previdente, poi Consorzio Au.Pre.Ma, Coop. Auprema e infine Coop. UniAbita, ebbe inizio così.
Società Umanitaria, L’Umanitaria per i lavoratori dei campi, giornale quindicinale; La Repubblica, 21/05/2023, GreenMe, 22/05/2023; E.Meroni, La Previdente – 90 anni di cooperazione a Cinisello Balsamo, Cinisello Balsamo, Cooperativa La Previdente, 1993; P. Rulli, AA.VV., Le pietre raccontano, Comune di Cinisello Balsamo, 2011.
Didascalia fotografia: edificio de La Previdente e Circolo Garibaldi