Il congresso PD di Cinisello Balsamo occasione per il cambio di passo
di Andrea Catania
Il risultato delle elezioni del 14 e 15 maggio è chiaro: il centrodestra ha vinto in modo netto al primo turno, consolidando il risultato del 2018. Dietro questa prima valutazione sommaria, emergono però alcuni dati ulteriori, come il progressivo aumento dell’astensionismo, con un’affluenza che nelle ultime elezioni comunali non ha fatto altro che diminuire (51,94% nel 2013, 49,06% nel 2018 e 46,18% nel 2023) e il dato della lista civica del Sindaco, che con il 27,8% è la più votata in città. Considerando anche che alle ultime elezioni politiche e regionali i due schieramenti, con il centrosinistra allargato ai 5 Stelle, erano sostanzialmente appaiati, sembra molto più probabile che l’astensionismo abbia penalizzato maggiormente il centrosinistra e la vittoria del centrodestra sia innanzitutto una vittoria del Sindaco, più che delle forze politiche nazionali che lo sostengono.
Se Cinisello Balsamo non pende culturalmente a destra, resta però da capire come il centrosinistra possa farsi interprete di un territorio che negli ultimi 30 anni ha vissuto enormi fenomeni di trasformazione sociale, perdendo progressivamente fiducia nella politica. È da qui che occorre partire per valutare quali sono gli insegnamenti da trarre per arrivare pronti alla sfida del 2028, quando Ghilardi concluderà il suo mandato e la destra dovrà trovare un nuovo candidato, in un contesto per ora abbastanza povero di leadership se si guarda all’attuale Giunta. Molti ci hanno ripetuto che “il PD deve tornare tra la gente” e dietro questa frase c’è probabilmente non solo la richiesta di dedicare più tempo al confronto con i cittadini ma anche quella di essere capaci di dare una direzione politica chiara. A livello nazionale, Elly Schlein ha affermato con forza la necessità che il PD si liberi delle correnti e torni a essere presente nei luoghi delle difficoltà sociali.
Allo stesso tempo ha trovato in Bonaccini, suo avversario alle primarie, un alleato convinto della necessità di superare le divisioni interne. Questo cambio di passo deve essere colto con forza anche sul piano locale, dove il prossimo congresso cittadino del PD, che si terrà in autunno, deve essere l’occasione per un rimescolamento totale e per affermare una leadership che sappia guidare e far crescere una squadra che negli ultimi anni si è già profondamente rinnovata. Il nuovo gruppo consiliare ne è una dimostrazione tangibile e ha già dimostrato la volontà di non lasciare alla Giunta nessuno spazio politico ma ha anche bisogno di un partito che lo sostenga e che sia presente in città nei luoghi in cui maggiori sono le situazioni di disagio. Un partito che interloquisca in modo autorevole con il tessuto economico e sociale della città, con il mondo del commercio, del lavoro e della cooperazione, con le associazioni. Un partito che in modo generoso possa far crescere quella coalizione di centrosinistra che alle ultime comunali ha rappresentato una grande dimostrazione di unità. Guardando al futuro, mi sembra che torni utile una frase di Enrico Berlinguer: “Lavorate tutti, casa per casa, azienda per azienda, strada per strada, dialogando con i cittadini, con la fiducia per le battaglie che abbiamo fatto, per le proposte che presentiamo, per quello che siamo stati e siamo“.