Pace e diritti, con un “voto segreto” Cinisello Balsamo torna al Medioevo
di Marco Tarantola
Mentre venti di guerra soffiano sempre più forti in tutto il mondo, la Giunta comunale vota per far uscire la Città di Cinisello Balsamo dal “Coordinamento la Pace in Comune”. Mentre milioni di persone, vessate da governi e culture oscurantiste, chiedono riconoscimento e tutela, la stessa Giunta vota per proiettare la nostra Città fuori dalla rete “RE.A.DY”.
Ma chi sono e cosa promuovono questi due organismi? Il “Coordinamento per la Pace in Comune” è una rete di Amministrazioni locali e associazioni a cui il nostro Comune ha aderito nel 2003 con lo scopo di confrontarsi e promuovere politiche e percorsi di pace nelle scuole, nella cittadinanza e tra le Istituzioni. Attorno a noi, oltre al Comune di Milano, ne fanno parte le Città di Bresso, Cormano e Cusano Milanino. Se poi allarghiamo lo sguardo, fra i membri compaiono anche i comuni di Bollate, Novate Milanese, Cernusco, Pero, e molti altri… Tra le associazioni invece, figurano ACLI Milano, ANPI Sesto San Giovanni, ARCI Milano, Humana People to People Italia e Legambiente Lombardia.
“RE.A.DY” è invece la Rete Nazionale delle pubbliche amministrazioni anti discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere. Anche in questo caso, non proprio una realtà di quartiere dato che sono partner, tra le altre, la Regione Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana e le Città di Bergamo, Brescia, Genova, Lecco, Mantova, Milano, Napoli, Padova, Roma, Salerno, Torino, Varese, Verona e tante altre ancora.
Se ci chiedessimo, invece, perché l’Amministrazione abbia ritenuto di uscire da entrambe i coordinamenti dovremmo cercare nella delibera numero 253 del 21 settembre scorso per rimanere delusi: il Sindaco e gli Assessori hanno deciso all’unanimità senza addurre motivazioni, la questione viene liquidata con un “si ritiene opportuno recede da entrambe gli organismi”.
Proprio questo vuoto, questa assenza di esplicite ragioni in un’asettica comunicazione resa in delibera, muovono domande tanto concrete quanto profonde: perché uscire da una rete di “condivisione e interscambio di buone prassi finalizzate alla tutela dei Diritti Umani delle persone LGBT e alla promozione di una cultura sociale del rispetto e della valorizzazione delle differenze”? In un mondo in cui la corsa agli armamenti sembra l’unica risposta possibile al bisogno di sicurezza, non abbiamo forse necessità di ritrovare politici e amministratori locali capaci di costruire la pace? Persone che con la forza delle loro idee contribuiscano a creare una società fondata sul rispetto delle persone? Che non abbiano timore di lottare contro la paura del diverso, capaci di motivare le proprie idee e confrontarsi con chi non la pensa come loro?
Affermare la propria esistenza e la differenza rispetto al passato amministrativo con scelte come queste, rischia di giustificare il clima di odio fin troppo radicato oggi nella nostra società! Ma pace, diritti e cultura sono “oggetti” difficili da maneggiare, meglio avere mani libere per cavalcare le istintive paure e gli umori superficiali che provocano certi temi. E allora con un “voto segreto” Cinisello Balsamo torna al medioevo.