Natale, gli auguri e le riflessioni di Don Ampelio Crema
In tempi confusi e conflittuali, come quelli che stiamo vivendo, sento forte in questo Santo Natale l’invocazione del profeta Isaia: “Sentinella, quanto resta della notte?” (Isaia 21,11). Ho l’impressione che stiamo vivendo un periodo di “notte”, dove prevalgono diffidenza reciproca e richiudersi nel privato, in parte causati dalla drammatica esperienza della pandemia, che ci ha toccato un po’ tutti, che ci ha portato a doverci chiudere in casa, a difenderci con la mascherina, a crescere nel nostro individualismo.
Tempo anche di crescenti paure per fatti di violenza gratuita, dove non c’è più rispetto per l’altro e con impressionante facilità si ricorre a forme violente di “relazione” specie nell’ambito affettivo (gli episodi di femminicidio in crescita costante) e in occasione di banali incidenti stradali (con quanta facilità si arriva alle mani…). Tempo di perdita di senso: viene meno il rispetto della vita, si registra un numero crescente di suicidi, anche tra i giovani; con disarmante facilità si ritiene di essere “padroni” della durata della propria esistenza…
E, situazione ancor più drammatica, oggi ci scontriamo con “tanti figli orfani che hanno i genitori” (don Fortunato Di Noto), cioè che hanno genitori che non svolgono il loro ruolo; tanti studenti che vivono la scuola solo come un “esamificio” e non cammino di vita. Se ci guardiamo attorno, purtroppo cresce il livello di povertà. Proviamo a passare presso un centro Caritas o una mensa dei poveri: troviamo non solo immigrati senza lavoro o senza un tetto, o gli abituali barboni, ma anche tante nostre famiglie… il costo della vita è cresciuto in maniera molto più significativo rispetto agli stipendi, da costringere tante persone a cercare aiuti extra.
Le crescenti tensioni internazionali amplificano questo senso di incertezza e paura: in prima pagina da ormai due anni c’è la guerra in Ucraina; negli ultimi mesi la drammatica guerra in Palestina e Israele. Ma tante sono le aree di guerra sparse nel mondo, alcune che durano da molti anni. In questa situazione, c’è chi continua a non mollare, a continuare la propria opera educativa (dagli insegnanti agli educatori degli oratori, dai sacerdoti a tanti genitori che sono consapevoli del loro ruolo…); a cercare, avviare buone prassi, diffondere “buone notizie”… c’è chi continua a spendere del tempo e delle risorse per i meno fortunati, per i portatori di handicap, per gli immigrati.
Penso alle tante associazioni presenti nel nostro territorio che non chiudono gli occhi di fronte alle crescenti sofferenze sociali. Anche nella nostra realtà non mancano sentinelle che scrutano l’orizzonte, che diventano testimoni silenziosi e sono segno di speranza per il futuro grazie alla loro dedizione e al loro impegno.
In questo santo natale e nel nuovo anno ormai alle porte si sente il bisogno di persone che annunciano il sorgere dell’alba… E ognuno di noi è chiamato a porsi come sentinella nel proprio contesto di vita. Vuol dire avere il coraggio di “abitare la notte”, abitare il nostro oggi e non fuggire o richiudersi nel privato; saper cogliere i bisogni di chi ci vive accanto e accendere fiaccole di luce in mezzo alle tenebre.
Don Ampelio Crema, Società San Paolo