Libri: terrore nella Parigi del 2015, di E. Carrère
Recensione, di Francesca Braga
“V13” di Emmanuel Carrère. Il titolo del libro è l’acronimo di Venerdì 13 novembre 2015 perché, proprio in quel giorno, Parigi è stata colpita da una serie di attacchi terroristici con un bilancio di 131 morti e 350 feriti.
Emmanuel Carrère scrittore, sceneggiatore e regista francese, ha assistito al processo, tenutosi tra il 2021 e il 2022, a carico dell’unico sopravvissuto Salah Abdeslam e dei suoi complici; ha ricostruito quasi dieci mesi di udienze, riportando minuziosamente le testimonianze di chi si è trovato coinvolto in questa folle violenza, delle parti civili, dei sopravvissuti e dei familiari. Il libro è diviso in tre parti: Le vittime, Gli imputati e La corte ed è una cronaca giudiziaria scritta magistralmente in modo oggettivo.
Racconta la storia delle vittime senza cadere nel vittimismo, parla degli imputati senza condannarli, riuscendo addirittura a descriverne “l’umanità”. La parte dedicata alle persone scomparse è la più coinvolgente ed emotivamente la più difficile da leggere, perché ci si ritrova a essere testimoni narrativi di una strage e si è impotenti di fronte all’orrore di ciò che è accaduto.
Sono 263 pagine che rimangono impresse anche dopo averle terminate. Carrère narra la storia di persone che, per salvarsi, hanno dovuto strisciare sotto i cadaveri di altri e del senso di colpa che accomuna tutti i sopravvissuti per aver aiutato uno invece di un altro, o perché hanno preferito salvarsi piuttosto che ascoltare chi invocava aiuto. Racconta di ferite corporali e danni permanenti a livello psicologico perché, chi ha avuto la fortuna di scampare da questa terribile carneficina, ha subito danni che ne condizioneranno la vita. È un racconto di cronaca emozionante e molto forte, ma che merita di essere letto.
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