23 Novembre 2024

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

Ras e colpi di pistola. La corsa spericolata dei Fratelli d’Italia (purtroppo) non finirà qui

Un manipolo di politici affilati a Fratelli d’Italia, i loro pretoriani della scorta (che chissà perché erano al convivio con le famiglie, pur essendo in servizio) hanno messo in opera un piccolo dramma che poteva trasformarsi in tragedia, quando un centurione di passaggio ha deciso di estrarre la pistola per mostrala ai convitati.

Alla festicciola di fine anno organizzata dal sottosegretario, Andrea Delmastro, sul tardi si era unito il deputato Emanuele Pozzolo. “Per fare gli auguri” dice lui. Fatto sta: il colpo partì e venne ferito alla coscia uno degli ospiti. “Kiss Kiss, Bang Bang”, è stato un film del ’66 diretto da Duccio Tessari, che probabilmente gli eroi “de noantri” non hanno mai visto, ma che nel titolo ben rappresenterebbe la congrega riunitasi in una pro loco del vercellese per festeggiare l’arrivo del 2024, in stile cinepanettone a base di baci, abbracci e revolver.

Parodistico il titolo, vera la cronaca. Cosa apprendere da questo episodio non sapremmo indicare. Non spetta a noi. Potremmo invece dipingere il quadro e constatare quanto la Destra che ci governa altro non può che esibire figure di questo tipo.

La prima a confessarlo è la Primo Ministro, Giorgia Meloni, la quale si sta adirando con chi “non comprende le responsabilità che attengono alla nostra attuale funzione di governo”. Sarebbe superfluo ricordare a Meloni che questi irresponsabili li ha scelti tutti lei e uno è stato anche il suo compagno di vita?

Per rincarare la dose sui distinguo, che mai reggono alla prova dei fatti, la stessa Meloni, s’indigna se qualcuno osa tacciarla di familismo quando attaccano la “di lei sorella”, come scriverebbero nei verbali quelli della polizia segreta. Anche i più spregiudicati reggitori del potere (pensate ad Andreotti) mai hanno confuso la famiglia con i loro incarichi e le relative prebende. Berlusconi, padre putativo di tutti loro, arrivò a tanto solo nella fase declinante delle sue cognizioni candidando la signora Marta Fascina.

Nel sommare le cose, mettendole in fila, troviamo nelle schiere di Meloni una voglia matta di agire “securitario” con una esibizione volgare di istinti nostalgici, condita da un buon numero di atti e atteggiamenti da piccoli ras di quartiere. Ed è tutto personale politico con incarichi istituzionali: chi da membro del Governo, chi da assessore, chi da sindaco.

Una legge sul bavaglio alla stampa (che se in vigore, nulla si sarebbe saputo di quanto accaduto a quella festa); una decisone sul premierato e un altro lacciuolo alle prerogative costituzionali; una stretta alla magistratura affinché non si decida a fornire una nidiata di “Procuratori del Re”. Ci aspettano altre brutte cose, nell’anno appena iniziato. Si spera, nel frattempo, che da sinistra qualcuno batta un colpo.

Ivano Bison

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