Mufoco, una felice intuizione grazie all’intesa di istituzioni diverse
di Daniela Gasparini
La “gestazione” del Museo di Fotografia Contemporanea era iniziata qualche anno prima di quando fu inaugurato 20 anni fa. Ero Assessore alla Cultura quando ricercai una proposta che caratterizzasse e valorizzasse Villa Ghirlanda anche oltre i confini di Cinisello Balsamo. La fotografia poteva essere una proposta culturale coerente con la realtà della nostra città che vedeva la presenza di molti editori e operatori della stampa e dell’editoria e della fotografia: Kodak, Amilcare Pizzi, Universo, Rusconi, Edizioni Paoline erano a Cinisello Balsamo. Inoltre, era una fase in cui a Milano avevano chiuso diversi spazi espositivi che precedentemente erano dedicati alle mostre fotografiche, quindi era l’occasione giusta per far sì che Villa Ghirlanda potesse diventare un polo di riferimento metropolitano e nazionale per la fotografia!
Sfruttando l’amicizia che si era creata con Gianni Berengo Gardin, che era stato chiamato a realizzare un libro sulla nostra città, avviai un progetto che si chiamava “Ghirlandangolo”, candidando così la città come polo di riferimento per la fotografia. Volevamo dare un contributo al superamento dello stereotipo di “città dormitorio” e fare della cultura un perno aggiuntivo per far crescere economicamente e culturalmente la città.
Quando, qualche anno dopo, Walter Veltroni, allora ministro ai beni culturali, propose al sindaco Marco Formentini di realizzare a Milano il primo Museo della Fotografia e non ci fu da parte sua nessuna reazione, colsi l’occasione che aspettavo! Candidare Cinisello e la Villa Ghirlanda! Ebbi il sostegno della Provincia di Milano e in particolare dell’assessore alla cultura Daniela Benelli. La Provincia di Milano aveva investito molto sulla fotografia coinvolgendo 58 importanti fotografi per rappresentare l’intero territorio provinciale costituendo un imponente archivio fotografico del paesaggio dei comuni della provincia, “Archivio dello Spazio”.
Sapevo che stavano cercando una sede per valorizzare quell’importante patrimonio. Il Ministro rimase stupito della nostra proposta, ma non si oppose, forse pensava che era un progetto irrealizzabile … quindi perché ferirci! Grazie all’assessore regionale Marzio Tremaglia, che colse subito il senso della sfida e fece sua la proposta, fummo inseriti nell’accordo Stato – Regioni per lo sviluppo culturale.
Era il 1996. Ci tengo a evidenziare che io e Marzio Tremaglia militavamo in due partiti fortemente all’opposizione uno dell’altro, ma avevamo trovato una sintonia istituzionale e condiviso un obiettivo comune. Grazie a lui il Musoco è oggi l’unico museo pubblico della fotografia in Italia.
Ottenuto un riconoscimento formale, bisognava dare corpo e concretezza al progetto. Fu chiesto a Gabriella Guerci di svolgere il ruolo di responsabile del progetto e la Provincia di Milano, indicò Roberta Valtorta come responsabile scientifica del museo.
Furono anni molto entusiasmanti, bisognava trasferire le foto dalla provincia di Milano, bisognava ristrutturare e arredare l’ala sud di Villa Ghirlanda, bisognava aumentare le collezioni, consolidare la rete di fotografi e di realtà culturali che potevano collaborare e sostenere il museo, bisognava concordare con la Regione Lombardia un riconoscimento stabile da parte del Ministero ai Beni culturali.
Il Museo fu inaugurato con un evento straordinario che richiamò migliaia di persone, presenti la Ministra ai beni culturali Giovanna Melandri la Presidente della Provincia Ombretta Colli. Un successo emozionante e sopra le aspettative! Cinisello Balsamo al centro di un evento che aveva richiamato fotografi, intellettuali e giovani da tutta Italia e che rappresentavano il mondo frizzante dell’innovazione e della globalizzazione.
Furono molte le iniziative che in quei primi anni di avvio del Museo lo caratterizzarono e lo avvicinarono anche ai cittadini, in particolare le mostre all’aperto in piazza Gramsci, così come a Milano in Piazza Duomo.
La nostra idea iniziale prevedeva l’ampliamento del Museo negli spazi superiori della Villa Ghirlanda, per valorizzare l’importante patrimonio fotografico e per garantire che diventasse un luogo attrattivo e di grande fascino, nonostante la collocazione periferica rispetto ai altri musei milanesi.
Con il cambio delle amministrazioni provinciali, con la crisi economica che ha colpito il paese e le conseguenti ristrettezze nei bilanci comunali il Mufoco è stato preservato ma non completato. Debbo ringraziare Gabriella e Roberta insieme a tutti i dipendenti e collaboratori del Museo che nonostante le incertezze, i paventati rischi di chiusura, hanno sempre dato il massimo per preservare il museo e sviluppare le attività.
Pur con ruoli diversi, il Mufoco è stato uno dei progetti che ho sempre seguito personalmente perché è uno dei miei luoghi del cuore. L’ho potuto fare quando ero Assessore Provinciale, trovandomi anche in giunta con Daniela Benelli, che era stata insieme a me la promotrice del Museo, e poi da Parlamentare presentai una proposta di legge per farlo riconoscere come museo nazionale. Il Ministro Franceschini fu tiepido, la proposta non diventò legge ma la cosa positiva di quella fase, era il 2011, fu che comunque il Ministro favorì un accordo con la Triennale di Milano e garantì risorse per la sua gestione.
Con l’elezione del Sindaco Ghilardi sembrava che il Museo fosse un peso più che una opportunità, per alcuni anni si ipotizzò il suo trasferimento alla Triennale, ma poi è scattato un amore e debbo riconoscere che anche il Sindaco Ghilardi ha deciso di investire sul Museo, coinvolgendo il Governo e rivendicando un doveroso riconoscimento e risorse per la gestione e l’ampliamento degli spazi espositivi. Ci sono state promesse da parte del Ministro che fanno sperare in una svolta, mi auguro che ciò avvenga in occasione dei 20 anni del Museo. Dobbiamo essere tutti al fianco del Sindaco per ottenere il riconoscimento che, come Comune di Cinisello Balsamo, ci spetta per il coraggio di investire su un bene culturale che riguarda l’intera nazione.