Sesto perde anche la Campari. “Dal sindaco una gestione provinciale”
La Campari se ne va da Sesto San Giovanni. E’ ormai una certezza quella che, con amarezza, agita anche la politica sestese, per lo meno la parte a sinistra. La decisione della storica azienda, ormai una multinazionale dai fatturati da capogiro, di lasciare il suo quartier generale per traslocare a pochi chilometri di distanza nel cuore di Milano è una doccia fredda per molti.
“Si tratta di una nuova cocente sconfitta per l’amministrazione comunale a firma Roberto Di Stefano, che dopo Geas e la sede dell’università statale di Milano, si prepara a salutare anche la storica Campari”, si legge in un nota del PD.
“Ricordiamo al Sindaco che, quando Campari acquistò il marchio Cinzano che a sua volta possedeva Asti spumante, la direzione Campari delocalizzò la costruzione del nuovo stabilimento a Novi Ligure e fu unicamente grazie alle trattative svolte dall’allora amministrazione che si riuscì a trovare una mediazione, consentendo la costruzione a Sesto San Giovanni dei nuovi edifici amministrativi del gruppo e la realizzazione di diverse strutture satellite, come la Galleria Campari, la Campari Academy e molto altro (che fortunatamente non viene trasferito)”, continua la nota.
“Risulta quindi chiaro come la mediazione del comune possa essere fondamentale per trattare con le grandi multinazionali del territorio e convincerle a creare progetti di valore per la nostra città.
Siamo preoccupati per una visione così miope e provinciale della città. Siamo allarmati per una gestione così poco strategica del territorio. I sestesi hanno il diritto di non vedere smantellata pezzo dopo pezzo la storia politica ed economica della nostra città. È evidente la mancanza di una visione strategica di una città metropolitana e polifunzionale, che Sindaco e Giunta stanno ridimensionando a una delle tante periferie milanesi. Sesto San Giovanni non è questo e soprattutto Sesto non lo merita”, conclude la nota.