Ancora applausi al teatro Pax per la Compagnia del Borgo
di Andrea Ciaramella
A pochi giorni dallo spettacolo precedentemente messo in scena al CineTeatro Pax di “Lazzaro e il suo amore”, la Compagnia del Borgo torna alla ribalta all’Auditorium Civico Falcone e Borsellino con un altro successo di sala. Questa volta il regista cinisellese mette in scena uno spettacolo fortemente pirandelliano e dalla spiccata vocazione metateatrale: la via del teatro, o meglio, la “sua” via del teatro, quella via percorsa da una compagnia storica della nostra città.
Sì, perché più che rappresentare un elogio dei grandi successi messi in scena, o di grandi autori del panorama teatrale, la Compagnia del Borgo esibisce uno spettacolo autocelebrativo, basato sui singoli, e non sull’elemento corale che l’ha sempre contraddistinta. Qui, alcuni eccellono, altri invece rimangono nella penombra, probabilmente investiti di personaggi troppo carichi di spessore. Lo spettacolo dura piacevolmente circa due ore, con un pubblico attento e partecipe, introdotto da un narratore onnisciente e onnipresente sulla scena, al contempo anche personaggio, con il quale interagiscono i numerosi volti che si succedono sul palco, in una continua sequenza, alternandosi a brillanti – anche se magari superflui – momenti musicali, ottimamente interpretati, seppur con qualche errore tecnico che ha spiacevolmente gravato, ma in fondo si sa, è il bello della diretta.
Le scenografie e le coreografie sono del tutto assenti, complice la ridotta dimensione del palcoscenico, che spinge il regista a scegliere brillantemente per fare intervenire e entrare i personaggi direttamente dalla platea, facendola diventare parte di questo copione, sfondando di fatto la quinta parete (il sipario è infatti fisicamente assente, non solo metaforicamente e teatralmente parlando). Lo scopo dello spettacolo è stato quello di compiere un viaggio, non attraverso gli autori del calibro di Shakespeare, Brecht, Goldoni, Cechov, e altri, i loro stili e pensieri che hanno caratterizzato secoli di cultura letteraria, bensì attraverso specifici personaggi e loro monologhi, che attraverso le interpretazioni del narratore e personaggio – regista, fa collegare tutto lo spettacolo con dei temi ben precisi, e che hanno caratterizzato la produzione teatrale di questa straordinaria compagnia amatoriale.
Alla fine, il viaggio riesce – per alcuni versi, probabilmente meno dello spettacolo precedente – e lascia allo spettatore la capacità di comprendere che la vita stessa è un palcoscenico, e che – come riportato da uno dei personaggi – ognuno di noi recita un copione, ciascuno nel vivere questo ruolo da protagonisti, non deve mettersi in cerca della gloria, del potere, dei possedimenti, spinto dalle passioni, come insegnano queste storie, questi volti, bensì mettersi lungo la via che porta alla scoperta di un sogno e che sia da motore al nostro “spettacolo”. Allora, da domani proviamoci tutti, alzando il nostro sipario, a lasciarci trasportare in una nuova scena della nostra vita, andando alla ricerca di quel sogno, mettendoci in viaggio, per scoprire noi stessi, ritrovarci, come la scorsa sera si è brillantemente riscoperta la nostra Compagnia del Borgo.