“Ciatuzzu” una storia commovente
recensione di Francesca Braga
“Mi chiamava così, oltre a Ciatuzzu, il nomignolo preferito. Ciatu. Alito. Respiro. Voce e forza dell’anima. Se sei il mio fiato, sei parte di me, come io mi amalgamo alla tua assenza e ne traggo gioia” così scrive Catena Fiorello, scrittrice, autrice e conduttrice televisiva.
La mamma lo chiamava così e quando lei muore, Ciatuzzu è un bambino di nove anni. In quel momento il suo mondo crolla e tutto si ferma e lui dovrà fare i conti con l’assenza della persona più importante della sua vita. Come per ogni bambino la mamma rappresenta tutto: è amore incondizionato, supporto, affetto, è abbraccio, consolazione, rimprovero e consiglio.
Ciatuzzu si reca tutti i giorni al cimitero, con la speranza di poterla vedere un’ultima volta e questa nuova abitudine è l’unica cosa che gli dà conforto. Qui conosce il Signor Pippo che gli dice che sua madre sarà sempre con lui, basta cercarla con gli occhi del cuore. Infatti, se socchiude le palpebre e guarda dentro si sé, può ritrovarla nei suoi ricordi.
La sua giovane vita è stravolta nuovamente quando il padre, che lavora come minatore, lo porta in Belgio. Lontano dai suoi amici e dalla sua Sicilia. Qui capisce che l’unico modo di superare le paure è affrontarle investendo su sè stesso e sul suo futuro.
L’autrice attraverso la voce e i pensieri di Ciatuzzu, racconta una storia davvero commovente e capace di provocare forti emozioni. Ho letto quasi tutto il libro con il groppone in gola, ho accompagnato il protagonista nel dolore e nel suo difficoltoso riscatto. Ho sentito la sua solitudine, ho provato il suo disagio e ho gioito per i suoi traguardi.
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