21 Novembre 2024

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

1973, Cinisello Balsamo, Palazzetto dello Sport, Maurizio Pollini e Claudio Abbado

1973, quel concerto di Abbado e Pollini al palazzetto “Allende”

Ieri, a 82 anni, è scomparso Maurizio Pollini, a dieci anni esatti dalla morte di Claudio Abbado, con il quale aveva a lungo collaborato, costruendo nel tempo un solido rapporto di amicizia. Pollini era considerato uno dei più grandi pianisti, dotato di una tecnica superba e di una capacità eccezionale di analisi del testo; era un interprete rigoroso, ma aperto alle novità.

Appena diplomato al Conservatorio, a soli diciotto anni vinse il Concorso Chopin a Varsavia, per la sua spiccata maturità artistica e poetica. Colpì il presidente della giuria, Arthur Rubinstein, che disse: “Questo giovane suona meglio di tutti noi”. Costruì la sua fama su interpretazioni memorabili, fu esecutore di un vasto repertorio, dai classici quali Chopin, Beethoven, Mozart, fino ai contemporanei come Boulez e Stockhausen. Il suo interesse musicale era coniugato all’impegno politico e alla passione civile: suonare in un concerto per una causa sociale o sottoscrivere un appello politico umanitario. Stesso impegno che condivideva con gli amici Claudio Abbado e Luigi Nono, sempre schierati contro il disimpegno e il disinteresse culturale.

Nel 1972 un giovane Pollini tentò di leggere davanti al pubblico del Conservatorio di Milano una dichiarazione contro i bombardamenti americani in Vietnam, ma gli fu impedito di proseguire. L’anno dopo suonò ancora per il Vietnam a Bologna. Anche la questione palestinese gli era cara, diceva: “saremo giudicati da come risolveremo la questione palestinese”. Pollini aveva suonato nei principali teatri del mondo, ma anche nella mensa di una fabbrica di Genova. Era sempre il 1972 quando tenne, con l’Orchestra del Teatro Comunale di Genova, un concerto alla Paragon, una fabbrica tipografica occupata dalle maestranze. L’iniziativa non rappresentava solo un atto di solidarietà con la lotta operaia, ma anche un’indicazione delle capacità di fruire della musica colta da parte delle classi popolari. Fu proprio anche grazie alla sua sensibilità e al suo impegno se l’anno dopo fu possibile organizzare a Cinisello Balsamo un concerto del Teatro alla Scala.

Nel 1973 l’Amministrazione comunale della nostra città fu colpita dagli avvenimenti drammatici che stavano avvenendo in Cile dove, l’11 settembre, si consumò uno dei colpi di stato più violenti, appoggiato dalla CIA. Il presidente Salvador Allende, democraticamente eletto, fu deposto con l’uso della forza e morì in circostanze mai chiarite. Solo due mesi dopo, il 12 novembre, il Palazzetto dello Sport, già inaugurato il 25 Aprile 1972, venne intitolato ad Allende. L’occasione fu una delle più importanti manifestazioni tenutesi in quel luogo: un concerto del Teatro alla Scala.

Il nostro sindaco Enea Cerquetti, che in precedenza aveva collaborato con Paolo Grassi per allestire spettacoli itineranti nei circoli cooperativi, lo aveva sollecitato sul tema del decentramento della cultura e dell’avvicinamento del pubblico popolare (tema delle contestazioni del Sessantotto). Grassi, divenuto sovrintendente del Teatro alla Scala, volle ripetere quell’esperienza. Se ottenne ascolto, fu sicuramente anche grazie alla pressione di Pollini. Alla fine del 1972 aveva potuto fare un primo accordo con i sindacati per svolgere al Teatro alla Scala serate riservate ai lavoratori, con biglietti a prezzi ridotti e in vendita presso le sedi sindacali. Il primo di questi spettacoli fu Un ballo in maschera di Giuseppe Verdi. Il Maestro Gavazzeni, prima di avviare l’esecuzione, chiamò l’orchestra a suonare l’inno dei lavoratori. Il pubblico applaudì proprio Maurizio Pollini, che molti sapevano essere il promotore di quell’evento.

Leggendo queste cronache, il nostro sindaco chiamò Grassi ricordandogli le necessità del decentramento e tutti i discorsi sessantottini fatti sulla ricerca di un ‘nuovo pubblico’: “gli parlai del nostro Palazzetto dello Sport e gli chiesi un concerto con l’orchestra e con grandi esecutori”. Qualche tempo più tardi, Grassi lo richiamò, dicendogli di avere predisposto un concerto per un giro di decentramento, con l’accordo di Claudio Abbado e Maurizio Pollini. Cinisello sarebbe stato il luogo emblematico per la serata d’apertura. Poi sarebbero seguiti Sesto San Giovanni, Mantova, Lecco, Pavia e Varese.

La sera convenuta, il 12 novembre 1973, il Palazzetto era pieno all’inverosimile e il pubblico, riunito per l’evento, era eccitato, ma disciplinato. Prima del concerto si tenne una cerimonia per lo svelamento della lapide in memoria di Allende; lo scoprimento venne affidato a Claudio Abbado. Scriveva Cerquetti: “Grassi mi spiegò che gli orchestrali erano molto interessati alla novità e al significato politico della manifestazione e si erano chiesti se sarebbe stato meglio suonare in frac oppure in tenuta da prove. Non ricordo bene se riuscii a persuadere un orchestrale sindacalista che, per loro, il frac era un’uniforme come la tuta per gli operai. Pollini, comunque, lo portava e ottenne un trionfo eseguendo la parte pianistica del Primo Concerto di Brahms. Il secondo tempo del concerto venne dominato dalla personalità di Abbado, con l’interpretazione della Terza Sinfonia di Beethoven. Il Maestro Abbado, nel congedarsi, lodò il Comune per l’acustica ottenuta con l’insonorizzazione del Palazzetto e per l’organizzazione di quel ‘nuovo pubblico’ che aveva raggiunto ben tremila persone. L’eco sui giornali fu grandissima”. Per tre anni consecutivi il Teatro alla Scala tornò a tenere concerti a Cinisello.

Per l’attuale sovrintendente del Teatro alla Scala Dominique Meyer, Pollini era “Un architetto del suono quasi infallibile, un intellettuale che costruiva le interpretazioni, non solo sulle mani, ma con il cervello”. Commosso anche il ricordo del direttore musicale del Piermarini Riccardo Chailly: “La notizia della scomparsa di Maurizio Pollini mi addolora profondamente. Il mondo della musica perde un interprete sommo. È stato un punto di riferimento per la Scala e per Milano, stabilendo parametri esecutivi che hanno fatto la storia dell’interpretazione pianistica”. “Un poeta del pianoforte che ha dato lustro all’Italia”, afferma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Martedì sarà aperta la camera ardente dalle 10 alle 14.30 presso il Teatro alla Scala; un omaggio che la Scala ha riservato a pochi eletti.

1973, Cinisello Balsamo, Palazzetto dello Sport, concerto del Teatro alla Scala
Palazzetto dello Sport, inaugurazione della lapide a Salvador Allende. A sinistra: Claudio Abbado, Maurizio Pollini e il sindaco Enea Cerquetti. A destra: gli assessori Felice Riccardi, Vincenzo Pozzi e Sergio Torsani

Enea Cerquetti, L’impianto dei servizi sociali del Comune di Cinisello Balsamo negli anni settanta – Memorie di storia amministrativa, Comune CB, 2000; P.Rulli, AA.VV., Le pietre raccontano, Comune CB, 2012.

Patrizia Rulli

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