“Dove vola la polvere” figli di guerra nel Vietnam
recensione di Francesca Braga
Secondo libro scritto dall’autrice vietnamita, Nguyen Phan Que Mai, dopo “Quando le montagne cantano”. In entrambi si viene immersi nella cultura vietnamita con le sue usanze e tradizioni e c’è il desiderio, da parte dell’autrice, di far conoscere un popolo di cui si parla poco nei libri.
La guerra in Vietnam non ha causato solo dolore e morte, ma ha permesso che nascessero gli “amerasiatici”, cioè persone con un genitore asiatico e uno americano, considerati “meno della polvere” perché hanno nelle vene il sangue del nemico. Portano su se stessi la colpa di essere diversi e questa diversità di stirpe è visibile a occhio nudo, a causa della mescolanza dei caratteri genetici e tutto ciò provoca emarginazione.
Tre sono i protagonisti del romanzo: Trang, una mondina vietnamita che si trasferisce con sua sorella a Sai Gon per lavorare come cameriera e aiutare i genitori a pagare i debiti; Phong, amerasiatico, vuole scoprire chi sono i genitori e desidera andare in America per assicurare un futuro migliore ai suoi figli. Infine c’è Dan, veterano di guerra, che torna in Vietnam con la moglie per risolvere una situazione del passato che lo tormenta.
È un libro meraviglioso che parla di fiducia in un futuro migliore con la speranza che, anche l’esperienza più brutta come la guerra, possa portare qualcosa di buono. È un romanzo molto commovente, che racconta il dolore e la brutalità di un paese sotto assedio e le sue conseguenze sulla generazione futura, avendo uno sguardo di speranza rivolto verso un domani e uno di compassione nei confronti di coloro che hanno lottato dall’altra parte della barricata, ma sono anch’essi vittime e hanno bisogno di riscattarsi per gli sbagli commessi.
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