22 Novembre 2024

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

Giuseppe Turati, il fotografo dei fiori

Entrando nel suo studio, l’occhio cade subito su una parete con una raccolta di fotografie di certo non recenti. Fra queste si ritrova un’immagine che lo vede ritratto a due anni d’età tra i fiori. Ecco i primi indizi per inquadrare Giuseppe Turati, fotografo cinisellese, con una particolare predilezione per i soggetti floreali e una spiccata sensibilità artistica.

La sua passione nasce fin da piccolo. Inizia a scattare foto a undici anni e da lì non si ferma più. Si dedica in passato anche a immortalare i momenti più significativi dei matrimoni, ma il suo desiderio di indagine e sperimentazione lo conduce successivamente a occuparsi di ambiti differenti in cui trovare spazio per esprimere la propria creatività. Da diverso tempo porta avanti lavori che lo vedono impegnato a coltivare i soggetti che ritrae nel vero senso della parola. Raccoglie e seleziona i semi, li pianta nel suo giardino, si prende cura di loro e, al momento giusto, li porta nel suo studio per fissare in un’immagine l’istante più significativo della loro fioritura. I colori e le forme che emergono dall’obiettivo della sua macchina fotografica risultano davvero sorprendenti.

L’attività di Giuseppe Turati, però, non si ferma qui. Nella sua vita si ritrova in luoghi suggestivi, ma in questi contesti non ricerca a tutti i costi lo scatto d’effetto. Sono la sua attenzione e la sua perspicacia che lo portano a cogliere alcuni dettagli della natura che fanno la differenza nelle sue foto. Possono essere i terreni campestri ricoperti di neve, le nubi basse che avvolgono le cime rocciose dei monti o la fitta vegetazione dei boschi che riveste i pendii scoscesi: i paesaggi di Turati sono intrisi di lucido realismo, ma al tempo stesso risultano dolcemente poetici.

Un altro ambito significativo di indagine è quello che si concentra sulla figura femminile, raccontata attraverso una narrazione carica di sensualità e di passione, che gioca con le forme, le luci e le ombre senza sconfinare mai nella grossolanità. Nel suo percorso di formazione, inoltre, l’influenza dell’arte informale lo conduce a sfruttare tutte le potenzialità espressive della fotografia. Giunge così alla realizzazione di opere in cui il colore diventa il protagonista indiscusso dello scatto.

Per chi volesse comprendere meglio quanto descritto a parole, è possibile apprezzare diverse immagini sui suoi profili Facebook (Giuseppe Turati photography and digital art) e Instagram (giuseppeturati56) per constatare direttamente la ricchezza di una creatività che si esprime attraverso il linguaggio fotografico.

Emanuele Lavizzari

Dopo un titolo accademico in Lingue e Letterature Straniere ha lavorato in ambito turistico-alberghiero tra Spagna e Italia e nel settore della tecnologia in Germania. In seguito a un master universitario in ideazione e produzione audiovisiva approda al giornalismo. Ha collaborato con alcune testate locali in Lombardia, prima di giungere all’Associazione Italiana Sommelier Editore, dove attualmente è responsabile del coordinamento redazionale e direttore editoriale della rivista “Vitae”. Ama l’impressionismo musicale, la poesia simbolista e le contaminazioni fra generi nella musica e nella letteratura. Passa agevolmente da una tastiera di pc a quella di un pianoforte, anche se tra i due preferisce decisamente il secondo. Questo è il motivo per cui si è dedicato a ulteriori studi e ha conseguito una laurea magistrale in Scienze della Musica con una tesi sul compositore spagnolo Manuel de Falla. Suoi grandi interessi sono anche l’atletica leggera e la televisione. Ha corso tanti chilometri in pista, su strada e su percorsi campestri e non si è ancora stancato di farlo.

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