Voci di giustizia: una mostra sull’assassinio di Giacomo Matteotti
Rapito e ucciso il 10 giugno 1924 da un gruppo fascista a causa delle sue denunce delle illegalità commesse dalla nascente dittatura di Benito Mussolini, Giacomo Matteotti rappresenta uno dei più coraggiosi oppositori di quel regime. A cento anni esatti di distanza dalla sua morte, Vittorio Rossin e Giuseppina Alessandro dell’Associazione Amici di Villa di Breme, in collaborazione con UniAbita, hanno allestito una mostra in ricordo della figura dell’allora deputato socialista del Regno d’Italia.
Nel Salone della Cooperazione di via I Maggio che porta il suo nome, nel giorno in cui si commemora la sua scomparsa, una ricca esposizione di estratti di giornali e documenti originali sugli avvenimenti del 1924 e successivi, fino al ritorno della democrazia in Italia, ha messo in evidenza i fatti salienti che portano al tragico evento. Secondo diversi storici il delitto è legato anche alle indagini di Matteotti sulla corruzione del governo, in particolare sulla vicenda delle tangenti della concessione petrolifera all’azienda Sinclair Oil.
Il corpo di Matteotti fu ritrovato circa due mesi dopo l’omicidio, il 16 agosto 1924. Malgrado i processi farsa durante il regime fascista, i depistaggi e le ricostruzioni alternative degli accadimenti, la storia ci ha consegnato la verità sul rapimento e sull’omicidio. Gli ideali di solidarietà e di uguaglianza emersi nell’instancabile attività politica dell’allora Segretario del Partito Socialista Unitario sono stati tramandati dalle generazioni nel corso di un secolo e sono oggi, nel ricordo del suo eroico esempio, più vivi che mai.