Aree Falck, meno bonifiche e più volumetrie. Proteste dal PD
Sta agitando la politica sestese la recente proposta avanzata da Coima e Redo sgr, divenuti proprietari otto mesi fa del 100 per cento della società MilanSesto Spa e del 90 per cento dell’area ex Falck di Sesto San Giovanni. I due player chiedono di rivedere i piani per la realizzazione della rigenerazione urbana, che comprende anche la futura Città della Ricerca e della Salute, riducendo le operazioni di bonifica sui terreni e aumentando le volumetrie per la realizzazione ancora più appartamenti.
Una richiesta che accende ancora una volta la spia sulle difficoltà che il progetto ex Falck sta incontrando a vari livelli e getta ancora più incertezza sugli esiti futuri di una svolta attesa da anni, che dovrebbe rilanciare la città e tutto il Nord Milano.
E’ il Partito Democratico di Sesto San Giovanni a dar fuoco alle polveri. I dem esprimono la ferma e totale opposizione alla richiesta che considerano “un grave passo indietro rispetto alle aspirazioni e ai progetti che in questi anni dovrebbero dare nuova vita a questa parte della nostra città”.
“La città di Sesto non è disposta ad alcun compromesso riguardo alla bonifica di tutte le aree da riqualificare. Le attività di bonifica sono fondamentali per garantire un ambiente sano e di qualità per i cittadini. Il PD è fermamente convinto dell’importanza cruciale del parco che dovrà fungere da collegamento tra la vecchia Sesto e quella nuova in costruzione”, afferma il PD in una nota.
Questo parco – continuano i dem – rappresenterà, infatti, una parte del progetto di costruzione della Città della Ricerca e della Salute, andando a contribuire a quell’attenzione ai pazienti, ai loro familiari, ai lavoratori che quindi si insedieranno dal 2027. Il parco è infine garanzia di vivibilità per i sestesi che abitano intorno alle aree ex Falck e contribuirà a creare una comunità più unita e integrata. Allo stesso modo siamo contrari ad un aumento di volumetrie a qualsiasi titolo concesse o spostate, che andrebbero ad erodere spazi verdi o a intensificare la densità abitativa in maniera non sostenibile.