22 Novembre 2024

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

Un ricordo di Marco Rostan, un valdese a Cinisello

di Daniela Gasparini

E’ sempre doloroso condividere il ricordo di una persona che ci ha lasciato, ma ritengo giusto raccontare a chi non l’ha conosciuto chi era Marco Rostan che pochi giorni fa ci ha lasciato.

Marco era un uomo di fede e di saldi principi sociali ed etici e ha donato 14 anni di amore full time a una comunità che non era la sua ma che lo è diventata. Con sua moglie Roberta avevano scelto di venire ad abitare a Cinisello Balsamo, insieme al figlio Davide, per dare il loro contributo alla Scuola Popolare e al Circolo Culturale Jacopo Lombardini. Per 14 anni Marco è stato il coordinatore e animatore del Circolo Culturale Lombardini che organizzava corsi per il recupero della terza media agli adulti che non avevano potuto studiare e ai giovani che facevano fatica a finire la scuola.

Ho di lui ricordi tenerissimi di condivisione di momenti indimenticabili, sia nelle mie vesti di allora Assessore alla Cultura di Cinisello Balsamo, sia come partecipante alle attività del Circolo, sia come amica. Marco era un uomo di grande spessore umano, intellettuale e spirituale.

Negli anni in cui è stato a Cinisello Balsamo lavorava come insegnante alla Scuola Media Arnesano (oggi sede dei servizi sociali del Comune in vicolo del Gallo) ma soprattutto era un animatore culturale che organizzò ben 120 dibattiti su diversissimi temi, dalla politica alla psicanalisi. La sua visione della cultura non era solo quella dell’arricchimento di conoscenza personale, ma soprattutto un mezzo per costruire ponti umani, politici e religiosi tra le persone, per stimolare il dialogo e per rafforzare il senso di appartenenza a comunità più ampie.

Marco Rostan era anche, e forse soprattutto, un uomo di fede. La sua appartenenza alla Chiesa Valdese ha sempre rappresentato un pilastro della sua vita, anche se vissuto con uno spirito critico e riflessivo. La sua spiritualità, pur radicata nella tradizione valdese, era sempre in evoluzione, arricchita da un costante confronto con le sfide del presente e da un desiderio autentico di comprendere e migliorare il mondo intorno a lui.

Marco era sempre pronto a mettere in discussione le certezze, a esplorare nuove vie, e questo lo rendeva un credente autentico, capace di accogliere la complessità della vita con mente aperta e cuore sincero e di parlare a tutti. Centinaia le persone lo hanno conosciuto nelle occasioni d’incontro che il Circolo Culturale Lombardini organizzava e tra gli studenti della scuola media Lombardini e immagino che come me abbiano tutti di lui molti buoni ricordi.

Il mio ricordo familiare più intimo è stato passare con lui e Roberta una giornata in Val Masino, luogo di montagna che amo e in cui sono ora. Marco amava la montagna come pochi, e si trasformava quando si cimentava in camminate ardite e si estasiava per la bellezza della natura. E alla natura, oltre che alle sue radici, è tornato andando a vivere a Luserna San Giovanni, nelle valli valdesi, dopo la lunga attività a Cinisello Balsamo.

Nel libro da lui scritto in tarda età “Tutto quello che la tua mano trova da fare” ripercorre la propria vita ed evidenzia quanto gli anni vissuti a Cinisello Balsamo siano stati per lui fecondi e indimenticabili, ma soprattutto con quel libro ha voluto ricordare a tutti noi che la vita va vissuta intensamente e senza paura di sbagliare:

“Tutto quello che la tua mano trova da fare, fallo con tutte le tue forze; poichè nel soggiorno dei morti dove vai, non v’è più né lavoro, né pensiero, né scienza, né sapienza.”

(Ecclesiaste cap.9-v.10)

Redazione "La Città"

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Un commento

  • un bel articolo, profondo . io conoscevo la sua famiglia, non lui personalmente, ed ora mi premurerò di comprare il suo libro, che certamente svelerà altri aspetti della sua personalità.

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