Ciao Bobo, poeta di via Cavour
Non abbiamo più il nostro Bobo Pozzoli e il mio cuore è a pezzi. Se penso a quanto ci ha dato non potrò pensare a come e da quanto doveva venire ricompensato. Nella sua carriera ha inanellato una serie di opere e di trovate che avrebbero meritato ben altra considerazione, unicamente per il valore artistico e non tanto da un punto di vista pecuniario. Era quest’ultima una questione che mai lo aveva pervaso, com’era egli proiettato al puro gusto di proporre i suoi sonetti, la sua musica, le sue commedie unite a una massima espressione di pura e genuina creatività.
L’ho conosciuto nei primi anni ’60 quando cantava, quasi imberbe, all’Aurora di Balsamo dove alla sera si ballava. Il gruppo musicale che gli stava alle spalle lo sosteneva con una professionalità ancor oggi misconosciuta. La loro bravura si esemplificò quando, immediatamente la sera dopo Sanremo, riuscirono a montare in un battibaleno “Una lacrima sul viso” da lui mirabilmente interpretata. Era il 1964. Con Bobo abbiamo poi avuto emozionanti momenti di collaborazione. Nel 1986, quando lavoravo a “Rete 55” di Varese, lo invitai a partecipare ad una trasmissione natalizia dove divenne la star della serata e con il suo “Milano Samba” fece ballare tutto lo studio.
Bobo Pozzoli, insignito della Spiga d’Oro, ha ottenuto il massimo riconoscimento dalla nostra città. Un omaggio che lui ha restituito con ampi interessi, scrivendo e cantando l’autentico inno di Cinisello.
Quando mettemmo in scena la sua commedia, insieme a tanti amici e ad altri bravi attori dialettali, “Cinisellin Ciniselun” divenne un cult per tutti. Il giorno della prima, i carabinieri dovettero preoccuparsi della folla che premeva alle porte dell’Auditorium del Pertini. I posti erano tutti occupati e anche le scalinate. Ciò indusse gli “Amici del Pertini” ad organizzare una replica che si tenne in un “Teatro Pax” altrettanto ricolmo di cittadini.
La grandezza di Bobo si esplicava, comunque, nelle liriche dialettali, da cui traspariva l’amore per la sua città. La descrizione del cortile di via Cavour, dove era nato e vissuto, raccoglie chicche di originalità da scrittore e narratore prossimo alla perfezione e non solo per lo squisito vernacolo ma anche per lo spaccato sociale che ci tramanda.
Le ultime volte che ci siamo incontrati insieme ad altri suoi amici più stretti, come fosse un rituale, ci faceva sentire la sua ultima battuta legata alla vita pubblica del nostro Paese. Nonostante la brutta malattia che lo affliggeva, non mancava di farci ridere, di gusto. Sono convinto che le nostre spontanee risate lo abbiano gratificato ben oltre un qualsiasi altro premio.
Il mio abbraccio va a Grazia, a Silvio e Giancarlo. Che la terra ti sia lieve, carissimo Roberto Pozzoli, in arte Bobo. Amico mio.
Ivano Bison