Immigrati e sicurezza, Di Stefano bacchetta Milano, ma Sesto come se la passa?
Il sindaco leghista di Sesto San Giovanni, Roberto Di Stefano bacchetta Milano, dopo i fatti del quartiere Corvetto, dove nelle scorse ore gruppi di giovanissimi sono scesi per strada, bruciando cassonetti e sparando fiochi d’artificio. I ragazzi protestano per la morte di Ramy, un ragazzo italiano di origini egiziane, morto dopo un inseguimento in moto con i carabinieri.
“Lo diciamo da anni che Milano è una polveriera e che le politiche ideologiche d’inclusione sociale volute dalla sinistra sarebbero state fallimentari”, accusa il primo cittadino sestese, riferendosi alle proteste dei giovani del Corvetto, italiani di seconda generazione.
Il sindaco di Sesto evidentemente preferisce parlare dei problemi della vicina Milano e quando pare non di quelli della città che amministra, dove non sono mancati in questi anni episodi piuttosto gravi di cronaca nera. Come alcune risse tra extracomunitari e un omicidio qualche mese fa, che pare sia il risultato di un regolamento di conti tra bande di spacciatori stranieri.
Proprio la giunta di destra di Sesto, alle prese con alcune partite di rilievo – Città della Salute in testa, la cui realizzazione è ancora molto in ritardo rispetto alle previsioni – è reduce da un rimpasto voluto dal sindaco dopo l’allontanamento dell’assessora al welfare, che mostra le difficoltà di una maggioranza in fibrillazione. Situazione che non è stata ancora spiegata dal primo cittadino davanti al consiglio comunale, assemblea che non viene convocata da un mese a questa parte.