4 Febbraio 2025

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

Voleva dividere l’Italia, la giunta gli dedica un giardino. Polemiche su Miglio

Appare quantomeno controversa la scelta del sindaco di Cinisello Balsamo, Giacomo Ghilardi, di intitolare sabato prossimo un giardino pubblico del quartiere Robecco a Gianfranco Miglio, ideologo della prima ora della Lega Lombarda, nonché secessionista e anti-meridionalista molto discusso e contestato. Una figura divisiva a tal punto che da sinistra arrivano le prime polemiche.

A dar fuoco alle polveri è la consigliera comunale del Partito Democratico, Mariarita Morabito, che contesta la decisione della giunta di intitolare il giardino a una figura discutibile, apertamente secessionista, accusato in più occasioni di essere omofobo e razzista. Anche per via delle numerose prese di posizione e frasi che nel tempo hanno caratterizzato l’attività di Miglio, definito costituzionalista e scienziato politico, da chi oggi gli scriverà il suo nome sulla targa del giardino cinisellese.

E tra le prodezze intellettuali di Miglio spiccano, lo ricorda Morabito, alcune perle di “saggezza” che ora elenchiamo:

“Gli omosessuali sono degli ammalati: è una forma di malattia largamente diffusa, di tipo genetico, e non possono essere considerati normali”,

“A vent’anni scopavo come un ventenne. Mi cuccavo anche le meridionali, a volte, per il gusto del perverso che è in me”.

”Io sono per il mantenimento anche della mafia e della ‘ndrangheta. Il Sud deve darsi uno statuto poggiante sulla personalità del comando. Che cos’è la mafia? Potere personale, spinto fino al delitto”.

“Le Costituzioni “libere” più rispettate sono quelle dei paesi nei quali elevato è il numero dei cittadini che disertano le urne”.

“È una scelta coraggiosa, ma questa di uno statuto ad hoc per le regioni del Sud è la sola in grado di trasformare “mafia” e “camorra” in istituzioni tollerabili”.

Nel 1994 Umberto Bossi, ricorda Morabito, lo definì “vecchio fuori di testa che fa un putiferio perché non gli han dato la poltrona”. “Poi la poltrona gliela han data e adesso a Cinisello Balsamo anche un giardinetto, con buona pace di chi, leggendo le sue perle, si recherà lì per vomitare”, scandisce la consigliera.

Redazione "La Città"

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Un commento

  • “Le Cinque Torri: tra propaganda e realtà”

    Leggendo quanto riportato sulla visita alle “5 Torri”, trovo che il racconto sia superficiale e dettato più da logiche di pubblicità politica che da una reale comprensione delle condizioni del quartiere. Si tratta di una descrizione che non riflette pienamente la realtà che viviamo ogni giorno.

    Affrontare temi come il degrado e la sicurezza con una retorica tanto generica quanto vaga rischia di sminuire i veri problemi e il lavoro concreto di chi, invece, cerca soluzioni quotidiane. Parlare di muffe, rifiuti o videosorveglianza senza un’analisi approfondita o senza ascoltare le voci degli abitanti non fa che rafforzare la percezione di un distacco tra politica e realtà.

    Non basta una visita o una foto di gruppo per capire davvero le sfide di chi vive qui. Servono interventi concreti e azioni che vadano oltre le parole, evitando di parlare “a vanvera” solo per guadagnare visibilità politica.

    Sergio Agrello
    Leader Svegliati Italia.

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