In Lombardia treni, sanità e Aler nel caos. Ma la destra pensa al velo islamico

C’è chi è alle prese con visite mediche ed esami diagnostici che il sistema sanitario lombardo (pubblico) non riesce a garantire se non con mesi di attesa. Chi fa la coda al pronto soccorso per ore ed ore. C’è chi attende per anni, avendone diritto, una casa popolare di Aler (azienda gestita dalla Regione) oppure semplicemente ci vive ma in condizioni difficili, senza manutenzioni, alle prese con le occupazioni abusive e con il degrado quotidiano.

E c’è chi ogni mattina va al lavoro, sperando che il treno di Trenord, società controllata da Regione Lombardia, sia in orario o che addirittura non venga soppresso, come spesso accade. E che riesca almeno a salire in carrozza, stipato ovviamente come in un carro bestiame, ma ci riesca comunque, sperando di poter tornare la sera a casa a un orario decente.

E poi c’è chi invece di gestire almeno questi tre fondamentali servizi lombardi, ovvero i politici eletti di Lega, Fratelli d’Italia Forza Italia e centristi vari, trascorre le giornate al consiglio regionale cercando di far passare un ordine del giorno per impedire alle donne di religione islamica di indossare il velo sulla testa nei luoghi pubblici.

Basterebbe inquadrare questa triste vicenda nei cardini della più elementare logica umana per comprendere come la politica peggiore è peggiore proprio perché essendo incapace di risolvere i problemi che dovrebbe risolvere, trova quotidianamente capri espiatori su cui scaricare la propria incompetenza e distrarre la già distratta opinione pubblica.