
Articolo per nulla edificante. Sulla 194 la contrapposizione che non giova
Gentile Direttore,
Trovo l’articolo già a partire dal titolo per nulla gratificante di un’associazione locale che si richiama ad una nostra concittadina che ha rinunciato alle cure pur di non danneggiare la vita del figlio che aveva in grembo. Questa è una scelta eroica che va rispettata così come vanno rispettate le donne che fanno scelte opposte.
L’associazione di cui faccio parte tra l’altro sostiene con i propri contributi diverse associazioni che operano a favore dei più disagiati. Difendere la vita, promuovere la vicinanza a donne in difficoltà che da sole non sono in grado di portare avanti una gravidanza, non può essere una colpa ma anzi un merito.
Lo stesso spirito della 194 non è quello di fare abortire a tutti i costi ma di aiutare le donne a portare a termine la gravidanza eliminando le condizioni negative che ostacolano il percorso. Allo stesso tempo la legge mette a disposizione ambienti protetti per chi fa scelte diverse e decide liberamente e consapevolmente di non portare a termine la gravidanza. Purtroppo quando si parla di difesa della 194 si scade sempre in una logica di contrapposizione che non giova a nessuno.
Luca Ghezzi, consigliere comunale del Partito Democratico
Gentile Luca,
Nell’articolo di cui fai riferimento non esiste alcun attacco all’associazione “Amici di Cristina”, che promuove la figura della concittadina e della sua scelta. Il titolo dell’articolo, dove si definiscono “anti-abortisti” coloro che hanno organizzato il convegno del 7 febbraio, con il patrocinio del comune di Cinisello Balsamo, è una definizione vera: le associazioni pro-vita che animano la serata del 7 febbraio sono di fatto contrarie all’aborto. Essere contrari all’aborto è legittimo, come legittimo per un comune sostenere le associazioni pro-vita. Ma è altrettanto legittimo per un giornale, seppur piccolo come il nostro, chiamare le cose col proprio nome.
Fabrizio Vangelista, direttore de La Città