4 Marzo 2025

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

Sanremo, stasera la prima. Le nostre pagelle alle prove generali

dall’inviato Andrea Ciaramella

La Settimana Santa è iniziata, e no, non parliamo di quella pasquale per intenderci: Sanremo, nella sua settimana del Festival, cambia faccia, tutto si trasforma. Aumentano i costi di alloggio, i servizi diventano più efficienti, luminarie adornano le vie e la città si prepara ad accogliere non solo i vip che si esibiranno sul Suzuki Stage di Piazza Colombo, o vivere la kermesse del Teatro Ariston di corso Matteotti, ma anche i numerosi artisti di strada, emergenti, i vari concorsi, le vetrine dei negozi che ospitano radio e testate giornalistiche. Tutto diventa un grande Festival, con annessi giochi pirotecnici, attrazioni ludiche, giostre e molto altro. Il nostro giornale, in collaborazione con Frequenza Italiana diretta da Federico Galli, critico musicale e giornalista, e la nostra emittente radiofonica cittadina, Studio107Milano, ha potuto assistere in esclusiva – assieme ad altri giornali e radio – alle prove dei cantanti che si sono svolte nel pomeriggio di ieri. Vi sveliamo qui il commento e i voti delle prove generali e delle esibizioni con l’orchestra.

Gaia “Chiamo io, chiami tu”. Dirige l’orchestra il M. Riccardo Zangirolami. L’artista torna all’Ariston dopo quattro anni dal suo debutto, numerosi successi e l’hit estiva lanciata con il featuring di Tony Effe. La sua è una canzone ritmata, sonorità esotiche, arricchita da cori e da una coreografia molto internazionale. Gaia si dimostra un artista capace di reggere la pressione del palco e nel suo, comunque, realizza un buon prodotto radiofonico. Voto 6.5

Francesco Gabbani “Viva la Vita”. Dirige l’orchestra il M. Fabio Gurian. E’ più spento Gabbani del suo esordio, e il primo ascolto riservato alla stampa lo aveva penalizzato: tuttavia, lui sul palco cambia completamente. Energico, grintoso, dinamico, con sonorità melodiche impostate sugli anni ‘80, coinvolgente nel trasportare il pubblico, e che per alcuni versi ricorda il grande Modugno. Il pezzo è un crescente emozionale e musicale, che nella versione orchestrale acquista molto di più che dalla sua versione studio. Voto 7

Rkomi “Il ritmo delle cose”. Dirige l’orchestra il M. Riccardo Zangirolami. Dal primo istante la canzone ti cattura nella sua atmosfera e ti trascina nel suo ritmo, incentrato su elementi incalzanti e una struttura dinamica. Più che lui, il testo o la sua performance, qui il vero protagonista è proprio il ritmo: beat martellanti e l’ondulante cambiamento melodico dettato da acceleramenti e frenate, mette in secondo piano tutto ciò che costruisce una canzone, incluso il suo esecutore. Lui però non ne soffre. Più che un potenziale sanremese, questo brano ha un potenziale da live e sicuramente radiofonico. Voto 6.5

Noemi “Se t’innamori muori”. Dirige l’orchestra il M. Michelangelo. Un pezzo intenso, struggente e la voce graffiante di Noemi si sposa bene. Ma la vera chicca di questa ballad è sicuramente nei suoi autori: Mahmood, Blanco e Michelangelo firmano un testo che valorizza l’anima e la composizione letteraria, prima che musicale. Ogni parola acquista spessore e l’artista calca espressivamente e intimamente la sua performance. Non ci stupirebbe vedere l’Ariston illuminarsi come negli stadi di tanti telefoni durante l’esecuzione del brano, creando una magica e classica atmosfera festivaliera. Voto 7

Irama “Lentamente”. Dirige l’orchestra il M. Giulio Nenna. Il pezzo parte con decisione, ma resta contenuto, quasi intrappolato e né Irama vocalmente, né il brano esplodono: è il classico brano che necessita di più ascolti per essere capito, interiorizzato e apprezzato. La grande tecnica vocale di Irama e la particolare melodia scelta giocano un’atmosfera malinconica e nostalgica. Voto 6

Coma Cose “Cuoricini”. Dirige l’orchestra il M. Enrico Melozzi. Quando c’è un pezzo radiofonico, ritmico, coinvolgente o estivo che si voglia dire, Melozzi è l’uomo in più, come se fossimo a calcio; e proprio come in una partita, bella l’immagine, ma poca la resa. E’ un brano che stanca all’ascolto dopo un po’, ritmi ripetitivi, subito al ritornello che coinvolge e sicuramente farà ballare le discoteche quest’estate, però qui viene meno – oltre alla cornice sanremese, che si sposa poco – persino il duo. Loro infatti sembrano stare stretti dentro questo brano. E’ una canzone che dividerà la stampa: c’è chi la apprezzerà come tormentone, e chi si domanderà come mai Carlo Conti l’abbia scelta. Voto 5

Simone Cristicchi “Quando sarai piccola”. Dirige l’orchestra il M. Walter Sivilotti. Vincitore del Premio Lunezia, Cristicchi è uno dei favoriti e papabili alla vittoria finale. Porta un brano intenso, profondo, emozionante, che strappa agli ascoltatori in platea e all’orchestra più volte attimi di magone. Arriva al dritto al cuore con una melodia e una vocalità semplice, poetica, pulita e limpida. La struttura è quella del grande cantautorato italiano, che torna protagonista all’Ariston. Nota di merito, la standing ovation finale. Voto 9

Marcella Bella “Pelle diamante”. Dirige l’orchestra M. Fabio Gurian. Il ritorno a Sanremo è grintoso, ma anche condito da polemiche: difficoltà tecniche per lei iniziali, e poi dopo la ripetizione, tutta fila. Il pezzo è orecchiabile e resta in testa per la ritmica e la dinamicità del ritornello: sembrerebbe semplice come struttura melodica, invece, l’artista dimostra che non ha paura di uscire dalla sua comfort zone e sperimentare, forse per avvicinare un pubblico giovanile sulla falsa riga dei Ricchi e Poveri, o di Morandi, prima di lei. Il brano – e lei – hanno le potenzialità per essere un hit estiva o radiofonica, ma nulla la toglie dalla zona bassa della classifica, secondo noi. Voto 6

Achille Lauro “Incoscienti giovani”. Dirige l’orchestra il M. Davide Rossi. Incosciente come lui, come ci ha abituati Achille: il brano – e il titolo – rispecchiano pienamente l’artista. Lontano da ogni provocazione, da ogni eccesso, da ogni scenografia platealmente criticabile e discutibile, nonostante i gossip che ruotino attorno a lui, Achille questa volta punta all’essenzialità della musica e alla linearità vocale. Il brano pop-rock sfuma e cambia abito, diventa malinconico, nostalgico, e lascia spazio a coinvolgimenti più intimi: nota di pregio, l’inserimento orchestrale del sax. Il risultato è sicuramente intrigante, oseremo dire da top ten. Voto 8

Giorgia “La cura per me”. Dirige l’orchestra il M. Enzo Campagnoli. Ecco la seconda papabile alla vittoria, e senza nasconderci, la preferita dalla stampa. Come Cristicchi, gode anche lei della standing ovation finale. L’introduzione al pianoforte del brano di Giorgia dice tutto: un brano intimo, raffinato, delicato, realizzato con una tecnica vocale mostruosa, ineccepibile. La scenografia e la padronanza semplice, composta, danno eleganza all’esecuzione. L’emozione la travolge e Giorgia prova a contenerla, anche se difficile. Se riuscirà a giocarsi al meglio l’equilibrio tra cuore e tecnica vocale, il risultato potrebbe consacrarla come regina. Voto 9

Willie Peyote “Grazie, ma no grazie”. Dirige l’orchestra il M. Daniel Bestonzo. Willie rimane fedele a sé stesso e alle scorse partecipazioni, e seppur la politica rimane fuori dal Festival a dire del suo conduttore e direttore artistico, Dante ci insegna a saper leggere le allegorie, molto presenti in questo brano e con evidenti riferimenti sociali e politici, se letta in chiave alternativa: un brano ironico, pungente, vivace e specialmente, tagliente. La canzone fa ballare e riflettere allo stesso tempo, sugli stili del primo Jovanotti – ospite della prima serata – o di Caparezza, per i più nostalgici, o per i più contemporanei, ricorda molto Dargen D’Amico. Voto 7

Rose Villain “Fuorilegge”. Dirige l’orchestra il M. Davide Rossi. Noi, cara Rose, non vogliamo la “G.U.E.” come recita l’ultimo successo targato Gue, con cui ha collaborato, noi vogliamo la Rose che sorprende, e in questo brano lo fa perfettamente. Gioca su sonorità incisive, magnetiche e dinamiche e poi, c’è lei sul palco: una garanzia. Lo interpreta con trasporto, passione e vivacità intensa, diventando una possibile sorpresa o rivelazione di questo Festival, per un artista che attende ancora la sua consacrazione dalla stampa. Chi aveva dei dubbi sulle sue capacità, dovrà ricredersi. Voto 7.5

Shablo ft. Gue, Joshua e Tormento “La mia parola”. Dirige l’orchestra il M. Luca Faraone. Il mondo dell’hip hop che approda a Sanremo è una sperimentazione interessante, anche se altri conduttori hanno provato questa via. Più che un featuring sembra una gara a chi si esalta di più: tutti in contrasto di competizione evidente, tranne Gue. Un mix esplosivo, su un brano piatto, semplice, giustamente ritmato per il suo genere, ma che al Festival nulla aggiunge e nulla toglie. L’atmosfera urban è ben resa, e per gli amanti del genere, sicuramente sarà un successo, ma per noi, nel contesto sanremese, rimaniamo molto perplessi. Voto 6

Olly “Balorda nostalgia”. Dirige l’orchestra il M. Giovanni Pallotti. A due anni dal suo debutto, Olly torna con una ballata che ricorda lo stile di Vasco Rossi, ma con una freschezza capace di parlare a più generazioni. Grande interpretazione, presenza scenica indiscutibile e una realizzazione più che discreta, resa dall’orchestra. Voto 7.5

Elodie “Dimenticarsi alle 7”. Dirige l’orchestra il M. Davide Rossi. Elodie torna con un brano deep house che fonde un ritmo incalzante con un testo malinconico. Il contrasto tra la base pulsante e il cuore ballad crea un mix efficace, che ben si addice alla cantante, coinvolgente e convincente. Il suo voto c’è l’ha già nel titolo. Voto 7

Massimo Ranieri “Tra le mani un cuore”. Dirige l’orchestra il M. Lucio Fabbri. Ranieri porta sul palco una ballata classica che racconta la fine di un amore con una delicatezza raffinata. Il pezzo scritto da Tiziano Ferro, ha un impianto solido ma sembra appartenere a un’altra epoca, un festival lontano. E’ il classico caso che potrebbe rappresentare un pregio oppure una forte limitazione: Ranieri fa comunque il suo, l’estro e il talento sono indiscutibili e alla fine di tutto, lascia un sapore più che gradevole. Voto 6.5

Tony Effe “Damme ‘na mano”. Il brano non ha un direttore, unica eccezione – fino ad ora – festivaliera, e grande sorpresa, ma la vera rivelazione, in negativo, è proprio Tony. L’abito non gli appartiene e si vede, è visibilmente in difficoltà, teso: preso più a stare nei ranghi, che a fare il cane sciolto, Tony porta un brano piatto e monotono sulla sua amata Roma. Lui canta con imprecisioni, in una struttura pop melodica, più che rap e hip hop da dove arriva, e la domanda sorge proprio qui: perché non portare a Sanremo il vero Tony, quello che fino adesso ha abitato le alte classifiche e sfornato dischi di platino. E’ forse censura?  Voto 4.5

Serena Brancale “Anema e core”. Dirige l’orchestra il M. Nicole Brancale. La famiglia Brancale crea una sonorità orchestrale mediterranea, tipicamente estiva, leggera: mischia generi dal jazz al pop, e gli dona equilibrio. Rimane comunque una buona esibizione, elegante per ciò che è il personaggio, ma nulla oltre la sufficienza banale. Voto 6.5

Brunori Sas “L’albero delle noci”. Dirige l’orchestra il M. Stefano Amato. Un debutto atteso che non delude, intenso nella sua realizzazione, spaziale, coinvolgente ed emozionante. Non c’è nulla da dire su un grandissimo cantautore del suo talento, che omaggia per certi versi l’influenza di De Gregori. Un risultato da grande spessore e noi, scommettiamo sul premio Luigi Tenco. Voto 8.5

Modà “Non ti dimentico”. Dirige l’orchestra il M. Andrea Benassai. Un brano che sarebbe potuto appartenere agli storici album dei primi Modà, ma se da un lato ci rassicura ritrovare quella loro dimensione e stile, dall’altro mancano di coraggio nel superarsi, mancano elementi melodici, strumentali e vocali capaci di dare quel guizzo. Fanno bene a giocare sul sicuro, ma si sentono insicuri in realtà, e la loro performance rispecchia lo stato d’animo, è un peccato. Voto 5.5

Clara “Febbre”. Dirige l’orchestra il M. Valeriano Chiaravalle. Un brano che conferma la sua identità artistica, senza però darle nulla e dare nulla a noi. La canzone è costruita bene, e lei sicuramente ci sa fare, però ci sa tanto di minestra riscaldata. Come i colleghi Modà, anche lei è un peccato. Voto 5.5

Fedez “Battito”. Dirige l’orchestra il M. Valeriano Chiaravalle. I turbamenti esterni e i gossip oscurano Fedez, e si vede sul palco; assente, ma al contempo comunque capace di dare intensità struggente, dramma e vivacità alla sua esecuzione. Un brano forte e sensibile, costruito sulle ritmiche pop, con un ritornello coinvolgente. Fedez è stata una sorpresa positiva e dimostra un grande carisma e personalità, nella sua presenza scenica. Voto 8

Lucio Corsi “Volevo essere un duro”. Dirige l’orchestra il M. Davide Rossi. Un artista fuori dagli schemi, e anche a Sanremo – a contrario di Tony – non si maschera e rimane fedele a sé stesso. Un debutto che incuriosisce, ma per ora brano e musica rimangono sufficienti, che forse lascia spazio a una piccola lode solo al suo mix di teatralità e ironia. I presenti un po’ indifferenti, qualcuno ha persino fischiato. Voto 6

Bresh “La tana del granchio”. Dirige l’orchestra il M. Diego Calvetti. Un brano evocativo e introspettivo, che non colpisce subito ma cresce negli ascolti, e necessita di più attenzione. Non è così immediato, e forse gli gioca contro. Lui si muove bene, sicuro, e trasmette autenticità: chissà se riuscirà a lasciare un segno. Noi dubitiamo. Voto 6.5

Rocco Hunt “Mille vote ancora”. Dirige l’orchestra il M. Enzo Campagnoli. Un sound urban napoletano, misto a pop ed elementi rap: Rocco è più maturo, l’esibizione è convincente e richiama le sue sonorità passate. Non rinnega ciò che ha, pur con la capacità – anche se minima – di esplorarsi. Voto 6.5

Sarah Toscano “Amarcord”. Dirige l’orchestra il M. Valeriano Chiaravalle. L’interpretazione delicata e studiata sono la nota sufficiente di un brano che in realtà è abbastanza semplice: piano, violini e nulla di più, un eco al classico festival trascorso. Interessante l’inserimento del carillon e la maturità artistica portata dalla giovane studentessa che esce vincitrice dal talent di Amici. Voto 6

Joan Thiele “Eco”. Dirige l’orchestra il M. Carmelo Patti. Un brano complesso, che necessita di numerosi ascolti per essere compreso, perché dotato di tantissime sfumature, forse troppe. Più che portarsi a Sanremo, teletrasporta Sanremo con le sue melodie elettroniche e trascina anche l’orchestra, che fatica a starle dietro. Anche qui qualche gesto di disapprovazione e indifferenza. Voto 5.5

Francesca Michielin “Fango in paradiso”. Dirige l’orchestra il M. Carmelo Patti. Intensità, grinta, emozione e un brano deciso, come lei: torna sul palco sanremese dopo due secondi posti, e non nasconde l’anima moderna, le linee contemporanee e ricercate in una melodia interessante. Impeccabile e piacevolmente una rivelazione, se vola su questi risultati, può essere la sorpresa del Festival. Voto 7

The Kolors “Tu con chi fai l’amore?”. Dirige l’orchestra il M. Valeriano Chiaravalle. Sono loro, potremmo chiudere qui il commento: solito sound, che forse non dà niente di nuovo, però non si smentiscono, non si nascondono; un ritmo incalzante, cassa dritta, melodie estive e da hit radiofonica. Stash, libero dalla chitarra, si muove disinvolto, e regge bene il palco, riempiendolo e dando dinamicità. La versione disco e in studio li penalizza, dal vivo sono irresistibili. Funzionano. Voto 6.5

Così come si sono esibiti nelle prove, così si esibiranno questa sera: infatti l’ordine delle prove è lo stesso della scaletta della prima serata del Festival, con ospiti Jovanotti, Noa e Nada. A condurre la prima serata, assieme a Carlo Conti, ci sarà Gerry Scotti e Antonella Clerici. Non ci resta che seguire  e commentare insieme la 75° Edizione del Festival della Canzone Italiana assieme alla nostra radio cinisellese, Studio107Milano attraverso i suoi inviati e con la collaborazione di Frequenza Italiana.

Redazione "La Città"

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