5 Marzo 2025

Il giornale di Cinisello Balsamo e Nord Milano

Sanremo com’è andata la prima serata. La classifica e le nostre pagelle

dall’inviato Andrea Ciaramella

La prima serata della 75° Edizione del Festival di Sanremo è stata sobria, misurata, elegante, contenuta e persino, su alcuni versi, molto veloce. La conduzione di Carlo Conti è assolutamente da manuale, nessuna sbavatura, sicuro e sempre preciso, soprattutto nel rispetto della sua scaletta, e l’affiancamento con Gerry Scotti e Antonella Clerici, entrambi promossi, rende più leggera la serata e più sentita, specialmente per il buon Gerry, grande sorpresa e chissà, futuro conduttore e direttore artistico del Festival, se cambieranno gli equilibri tra RAI e Mediaset. L’apertura della kermesse è affidata al ricordo di Ezio Bosso, celebre musicista scomparso cinque anni fa: la scenografia, poi, si illumina e l’Ariston si accende. Tempo qualche introduzione di rito, subito la gara e quindi da qui, parte la nostra pagella.

Gaia “Chiamo io, chiami tu”. Lei dinamica, si muove bene e tiene il palco con sicurezza: la canzone c’è, non porta però quel qualcosa in più. Sufficienza guadagnata. Voto 6

Francesco Gabbani “Viva la Vita”. Meglio delle prove. Si esalta di più, coinvolge e si lascia trasportare da un brano, dove potremmo ritrovare il vero Gabbani. Voto 7

Rkomi “Il ritmo delle cose”. Dalle prove sembrava essere più sicura la sua promozione, invece stona e manca qualcosa nella realizzazione: non sembra essere così convinto, complice forse l’emozione, però sia musicalmente che dal vivo, qualcosa lascia un po’ indietro. Occasione sprecata, un gol sbagliato a porta vuota. Voto 4

Noemi “Se t’innamori muori”. La penna degli autori si sente, canta con grinta e trasporto, però manca di quel salto: nel complesso l’esecuzione salva alcuni aspetti interpretativi, e meno tecnici. Voto 5

Irama “Lentamente”. Ci aspettavamo dopo la prova andata sommariamente bene, una prima con più energia, magari spingendo nei punti vocali dove poteva, invece si trattiene, non esplode e il brano prende una sua standardizzazione, che forse nella musica e in una gara specialmente, è la cosa da fare meno. Voto 6

Coma Cose “Cuoricini”. Confermiamo la scelta del primo ascolto: alle prove non erano convincenti, la prima serata non si discosta da lì, infatti il duo artistico prova a tenere il palco, creare una scenografia, invece l’esperimento fallisce. Voto 4

Simone Cristicchi “Quando sarai piccola”. Semplicemente emozionante, vocalmente perfetto dove possibile, anche se la voce trema lasciando spazio al cuore, più che alla tecnica; rimane tuttavia un sublime poeta e un meraviglioso artista. Piccolo spoiler: abbiamo centrato la sua top five, nell’articolo di ieri. Ci conferma che competerà per il podio, a nostro dire. Voto 8

Marcella Bella “Pelle diamante”. Radiofonico come brano, spinge di ritmo, dinamico; la rivoluzione degli old in trend più moderni sembra confermarsi, e dopo i Ricchi e Poveri, Morandi e compagnia bella, arriva anche la nostra Marcella, con grinta e femminismo. Ci sta. Voto 6

Achille Lauro “Incoscienti giovani”. Più sobrio, misurato, elegante, ma al contempo tecnico, preciso e raffinato: la musica ci coinvolge e lui pure. Esecuzione discreta nel suo complesso, poteva spingere sull’emotività. Voto 7

Giorgia “La cura per me”. La migliore assolutamente, la regina indiscussa: tecnica, interpretazione, dizione, profondità musicale, è Giorgia, semplicemente. Una garanzia, in un brano fatto per lei, che realizza in maniera impeccabile, possiamo dire. Voto 9

Willie Peyote “Grazie, ma no grazie”. Brano ironico, pungente, con chiari riferimenti sociali e politici. Lui musicalmente e artisticamente a Sanremo fa il suo, coinvolge e lascia un bel ritornello; non male, però poteva esserci di meglio. Rimane il fatto che se a Sanremo la politica non deve entrare, entra sicuramente Willie Peyote. Voto 6

Rose Villain “Fuorilegge”. Un brano diverso dalle scorse partecipazioni, più pop e melodico, che comunque coinvolge nel grande ritmo dinamico: lei è diventata padrona di sé stessa, delle sue capacità e della sua scena. Possibile rivelazione, se migliora. Voto 7

Olly “Balorda nostalgia”. Ci conferma l’ottima impressione delle prove e ripetiamo quanto già sapevamo: una grande interpretazione, presenza scenica indiscutibile che si uniscono alla buona resa orchestrale. Nota di merito la standing ovation della platea e la mancata top five. Voto 7

Elodie “Dimenticarsi alle 7”. Incalzante, pulsante e hit radiofonica del Festival, come molte altre; canzone più social che festivaliera, però lei è sempre una diva, e fa il suo show. Tecnicamente e musicalmente sufficiente. Voto 6

Shablo ft. Gue, Joshua e Tormento “La mia parola”. Forse non sono gli artisti giusti, però ad ora ci conferma l’amarezza che Sanremo non è pronto ad accogliere l’hip hop: loro rimangono sulla loro identità e stile inconfondibile, però non è l’habitat giusto, e si sente. Sembrava un momento di DJ set. Voto 5

Massimo Ranieri “Tra le mani un cuore”. La penna di Tiziano Ferro si sente più di quella di Nek: lui è un’altra garanzia della kermesse, fa il suo, emozionale, struggente e vocalmente giusto. A nostro dire meritava più giustizia per un brano tipicamente festivaliero. Voto 7

Tony Effe “Damme ‘na mano”. E’ un Tony Effe rivisitato, modificato, adattato alla scena della kermesse, ma la scena della strada e del bad boy mal si configura con questo abito, che non gli sta proprio: scoordinato, stonato alle volte e fuori tempo, con una melodia che non aveva colpito alle prove, e dal vivo, con l’intera scenografia, ci lascia ancora più amari. E’ una delle tante delusioni del Festival, peccato Tony! La sensazione pervenuta è che sia più questo il vero Tony Effe che non quello conosciuto dalle piazze e dai social dove spopola. Voto 2

Serena Brancale “Anema e core”. L’esecuzione musicale è discografica e radiofonica, più da Festivalbar, e non si sposa con la kermesse: ci domandiamo il perché della sua presenza. Tecnicamente imprecisa, però dinamica e coinvolgente sul palco, la ascolteremo sicuramente come hit, ma non ha strada nel Festival. Voto 3

Brunori Sas “L’albero delle noci”. E’ il Premio Luigi Tenco, probabilmente che non sappiamo: testo meraviglioso e ballad realizzata molto bene; lui si conferma un ottimo cantautore. Voto 7

Modà “Non ti dimentico”. Si sono ritrovati come gruppo, nonostante i problemi di salute del frontman Kekko. Limitato, forse dalla sua condizione fisica, era meno mobile, però comunque travolgente, intimo e profondamente coinvolgente. La band fa il suo, oseremo dire un bentornato a questi ragazzi. E’ per loro, il giusto Sanremo.  Voto 6

Clara “Febbre”. Ha la sua identità, però ripetitiva: il brano c’è, e le sue qualità sono indiscutibili, più monotono e soffocato però rispetto alle pregresse hit che ci ha abituato. Anche questo sarà un brano di passaggio radiofonico, ma al fine della gara, aspira alla metà classifica, se tutto va bene. Voto 5

Lucio Corsi “Volevo essere un duro”. Straordinariamente nella top five, è l’artista che come dicevamo, è di nicchia. Necessita di più ascolti, e sicuramente avrà una nostra rivalutazione, ma a primo impatto, il voto è insufficiente come la sua esibizione così complessa da comprendere. Dovrebbe semplificarsi, invece, nella sua realizzazione, si teatralizza molto e l’eccesso, alle volte, storpia. Voto 4

Fedez “Battito”. Intenso, drammatico, struggente e coinvolgente: brano ritmico, dalle sonorità profonde che cattura l’ascoltatore, e anche visivamente Fedez sembra padrone della scena, e cosa più importante, padrone della sua capacità e della sua tecnica, che sfodera sull’Ariston, allontanando – forse – ogni critica esterna. Voto 8

Bresh “La tana del granchio”. Brano introspettivo che necessita di più ascolti e anche a lui daremo sicuramente più chance, nel corso della gara: il brano è strutturato, dinamico, ritmico ma al contempo molto difficile. Voto 6

Sarah Toscano “Amarcord”. Arriva da Amici e si vede, la maturità artistica c’è e nel contempo però rimane abbastanza acerba sul palco: l’aria da hit potrebbe respirarsi, tecnicamente e vocalmente c’è, anche se trema e qualcosa sbaglia. E’ il bello della prima volta, il potenziale però c’è tutto. Voto 5

Joan Thiele “Eco”. E’ un altro brano complesso, strutturato, chiuso – ermeticamente – forse; lei sembra quasi incompresa e sul palco si nota. Tecnicamente, dal punto di vista musicale, il brano ha un suo potenziale, ma la sua realizzazione lascia qualche delusione. Un calo rispetto alle prove, per noi. Voto 5

Rocco Hunt “Mille vote ancora”. Porta Napoli a Sanremo, la racconta – specialmente nel ritornello – che rimane il centro del brano, e le strofe fungono da contorno, vuote di ogni riferimento: rimane semplice, porta sé stesso, in una versione più matura, e non ci dispiace, però poteva sicuramente valorizzare di più. Voto 5

Francesca Michielin “Fango in paradiso”. Dopo i guai di salute come il collega dei Modà, anche lei qualche difficoltà fisica si vede: lei canta molto bene, si ritrova, si lascia trasportare, si lascia emozionare e coinvolgere. E’ tornata una cantante che potrebbe arricchire il nostro panorama musicale. Ci aspettiamo una crescita nel corso della gara, perché musicalmente il brano ha valore. Voto 6

The Kolors “Tu con chi fai l’amore?”. Sono loro, fanno il loro e ci trascinano con loro: tutto gira intorno a questa band e al mood estivo, con un brano hit radiofonico sulla falsariga dei precedenti. Mi immagino un giorno di vedere i The Kolors anche in altre vesti, sfruttando la loro duttilità e la loro versatilità, oltre al talento. Peccato, io avrei osato di più, Sanremo poteva essere la cornice giusta. Voto 6

Momento centrale, e sicuramente divertente e coinvolgente, l’ospitata di Jovanotti con un mix dei suoi brani più celebri con uno show straordinario, per poi presentare il suo nuovo progetto discografico. Durante la serata ci sono stati anche momenti magici e di riflessione, sia sociale che culturale: il duetto Noa con Mira Awad che interpretano in iraniano, isreaeliano, inglese e italiano il brano “Imagine” di John Lennon, lanciando un fortissimo messaggio contro le guerre in Medio Oriente; l’intervento del Santo Padre, Papa Francesco sul valore della musica e della comunicazione, come strumento di unità e concordia; il dolcissimo ricordo di Sammy Basso con Jovanotti che ha strappato gli applausi della platea. Al termine della serata, Carlo Conti con Antonella Clerici e Gerry Scotti annunciano la classifica provvisoria dettata dai voti della Giuria composta dalla TV, web e stampa, randomizzata (ossia non in ordine di classifica, ma semplicemente nei primi cinque posti): Brunori Sas, Giorgia, Lucio Corsi, Simone Cristicchi, Achille Lauro, in ordine di chiamata direttamente dalla kermesse. Ora, vedremo come si evolverà domani il secondo ascolto della metà dei cantanti in gara, e l’evoluzione della semifinale delle Nuove Proposte o Giovani, sempre con la nostra stampa, sempre con la nostra radio, da Sanremo.

Redazione "La Città"

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